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Karate Kid: Legends


TITOLO ORIGINALE: Karate Kid: Legends
REGISTA: Jonathan Entwistle
SCENEGGIATORE: Rob Lieber
PAESE: USA
ANNO: 2025
DURATA: 95'
ATTORI: Ben Wang, Jackie Chan, Ralph Macchio, Joshua Jackson, Sadie Stanley
SCENE SENSIBILI: Scene di combattimento e violenza nei limiti del genere
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Li Fong è un giovane allievo e nipote di Mr. Han (Jackie Chan), presso la scuola di Kung Fu di Pechino. Un giorno, la madre gli comunica che si trasferiranno a New York, dove insieme potranno iniziare una nuova vita, dopo il tragico omicidio del fratello. Nella Grande Mela, il giovane protagonista incontra una ragazza, Mia, e suo padre Victor e decide di aiutarli a pagare i debiti della loro pizzeria, concorrendo in un importante torneo.

 

I classici non tramontano mai

Karate Kid è ormai un classico e come tutti i classici degli anni ‘80 e ‘90, negli ultimi anni sta vivendo un rilancio del franchise di grandissime proporzioni. La serie cinematografica, nata nel 1986, si era fermata al quarto capitolo nel 1994. Nel 2010 c’era stato un primo tentativo di recupero con Karate Kid: la leggenda continua, ma  soltanto con la serie spin-off Cobra Kai le nuove generazioni si sono affezionate alla saga. Karate Kid: Legends è ciò che in gergo si definisce un legacy sequel, ossia un sequel che recupera la storia originale dei primi film e la continua a diversi anni di distanza. Tuttavia, gli eroi che abbiamo conosciuto nei primi capitoli non sono più i protagonisti, ma i “mentori”. Daniel LaRusso (Ralph Macchio), il primo Karate Kid, si unisce a Jackie Chan nell’addestramento del giovane Li Fong e come sempre, il combattimento sul tatami – il ring del Kung fu -, non è solo fisico. Li deve combattere prima di tutto e soprattutto contro il suo senso di colpa causato dalle circostanze in cui è morto il fratello. A questo si uniscono una affascinante ragazza, una buona causa per cui combattere e un cattivo coi fiocchi. Nonostante la violenza tipica della lotta a corpo libero, per il pubblico più giovane non mancano buoni spunti di formazione e un finale ricco di speranza.

 

La stessa cosa, ma diversa

C’è un dato di fatto che non si può ignorare: i film che hanno incassato di più negli ultimi anni sono sequel e remake dei grandi titoli di fine ‘900/primi anni 2000. Non è che gli sceneggiatori abbiano finito le buone idee; è solo che Hollywood sa che si guadagna di più a riproporre le stesse storie, ma diverse. Qualche volta il risultato è buono, qualche altra, no. Pur salvando i bei valori accennati qui sopra, Karate Kid: Legends forse apparirà, al pubblico affezionato, come un’occasione mancata. Non perché sia un film mal riuscito, ma perché si poteva togliere dello spazio ad alcune linee narrative, per approfondirne altre. Al training del protagonista è lasciato meno di metà film e l’altra metà viene farcita con un’altra storia – per certi aspetti anche in contraddizione con la principale – di cui peraltro è già prevedibile il finale. Qualunque sia stata la ragione – forse per esigenze produttive legate alla disponibilità di Jackie Chan e Ralph Macchio – è un peccato si sia scelta una seconda storia, piuttosto che approfondire la principale. Per esempio, un personaggio davvero interessante del film è il giovane antagonista, Conor Day, sbruffone e feroce lottatore, dall’inizio alla fine. Solo in un velocissimo momento capiamo che la ragione di tanta cattiveria risiede nel fatto che suo padre, boss di una cosca malavitosa, gli dimostra stima unicamente quando usa la violenza. Ecco, se nella cinematografia degli anni ‘80 si potevano ancora ancora accettare caratteri solo buoni o solo cattivi, oggi, vedere al cinema personaggi bidimensionali, risulta desueto e poco gratificante. Perché va bene riproporre storie simili o ispirate ai grandi successi del passato, purché, però, siano messe al passo con la narrativa della cinematografia odierna

 

Riccardo Galeazzi

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