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Incanto


TITOLO ORIGINALE: Incanto
REGISTA: Pier Paolo Paganelli
SCENEGGIATORE: Jacopo del Giudice, Pier Paolo Paganelli, Marina Marzotto, Gabriele Pacitto e Mattia Oddone
PAESE: Italia, Belgio
ANNO: 2025
DURATA: 96'
ATTORI: Vittoria Puccini, Giorgio Panariello, Mia McGovern Zaini e Greg
SCENE SENSIBILI: nessuna
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

 La piccola Margot, orfana e sordomuta, vive nella villa di famiglia insieme al padre che muore per le conseguenze di una grave malattia. La perfida governante, Felicia, diventa così amministratrice unica della struttura che però, come da testamento, alla morte del proprietario deve essere adibita ad orfanotrofio. Negli anni che seguono, Margot viene tenuta rinchiusa nella sua stanza, in attesa di ritrovare il documento di cessione grazie al quale, con la firma della bambina, Felicia potrebbe vendere la proprietà e diventare ricchissima. Ma una notte, quando ha dieci anni, Margot riesce a scappare dalla villa fino ad un misterioso circo, nascosto nel bosco…

 

Per un pugno di favole

Nel cinema italiano il genere fantasy è uno dei meno esplorati ed è quindi abbastanza difficile imbattersi in film come Incanto, che si spinge senza grandi patemi d’animo in quella che qualcuno potrebbe chiamare la sagra del déjà vu, perchè in effetti tutta la storia è un calderone di riferimenti letterari e cinematografici, che spaziano tra favole, film d’animazione e non, grandi classici della letteratura. A conti fatti però l’ambizioso assemblaggio, rivestito da una patina di appetibilità nostrana e anche teneramente provinciale – non ci sono riferimenti temporali e geografici, come nelle migliori favole, ma è tutto profondamente italiano, a cominciare da ambientazione e cast – funziona perchè è divertente, ricco (visivamente e narrativamente parlando) ed emozionante.

Al centro della vicenda la piccola Margot, che a dieci anni si ritrova senza famiglia, senza parole e prigioniera in casa sua, dove Felicia la tiene rinchiusa da quando ha assistito alla morte del padre (Andrea Bosca) lasciato morire tra gli spasmi della malattia dalla stessa governante, una Vittoria Puccini mai così cattiva, incarnazione delle più malvagie tra le matrigne dei film Disney.

 

Una serie di fortunati eventi

Come dicevamo, dopo anni di soprusi la bambina riesce a fuggire dall’orfanotrofio, come in un romanzo di Dickens, ritrovandosi in questo maestoso e strabiliante ambiente circense di felliniana memoria, fuori dal tempo e anche dallo spazio. In questo piccolo ed isolato paese delle meraviglie, in cui è labile il confine tra la straordinaria realtà del circo e il mondo della fantasia, viene accolta da un gruppo di strani ed acrobatici personaggi – inedito punto di incontro tra un manipolo di angeli custodi e gli X-men- e soprattutto dal vero mattatore della storia, il paterno Charlie (Giorgio Panariello), direttore del circo.

Questo candido ed immaginifico Mangiafuoco, accompagna la bambina all’interno del misterioso tendone, facendole varcare il portale magico oltre il quale i sogni sembrano diventare realtà e la vera natura delle persone si manifesta: un ponte tra mondi, quello delle ombre e quello della luce (ma anche tra quello dei vivi e quello dei morti?).

 

Una nuova famiglia

Abbiamo detto della riuscita positiva del risultato complessivo, che ha forse come unico difetto un ristagno centrale nella struttura drammaturgica, in cui, dopo l’ingresso nel mondo fantastico, con una sequenza di straordinari accadimenti che restituiscono la speranza ed il sorriso alla povera bambina, si alleggerisce la tensione, il conflitto scema e il tirante narrativo si indebolisce, perché si fa un po’ meno incombente la minaccia della malvagia tutrice, che perde spazio nell’intreccio. Ma è solo un attimo perché poi la caccia all’uomo (alla bambina, pardon) riprende e così tira la volata per il grande finale, con tutti i problemi che si risolvono all’ultimo soffio, come nelle migliori favole.

Alcune pennellate di commedia poi (in tal senso aiuta non poco la presenza di Greg, come amante e aiutante della terribile antagonista) rendono ancor più piacevole il film, arricchito anche da una posta in gioco molto alta, a livello personale, nella vicenda di questa bambina che ha perso il papà, e con il papà la famiglia, ma alla fine ritrova entrambi proprio grazie a Charlie.

 

 

Gabriele Cheli

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