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E poi si vede


TITOLO ORIGINALE: E poi si vede
REGISTA: Giovanni Calvaruso
SCENEGGIATORE: Fabrizio Sansone, Fabrizio Testini, Federico Sansone
PAESE: Italia
ANNO: 2025
DURATA: 97'
ATTORI: Fabrizio Sansone, Federico Sansone, Donatella Finocchiaro, Paola Minaccioni, Ester Pantano
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Al concorso per impiegato comunale nella cittadina siciliana di Malvasia partecipano fra gli altri Federico, mammone, analfabeta in Diritto e col padre consigliere comunale integerrimo, Fabrizio, figlio d’operaio, avvocato non praticante rassegnato al precariato mentre vorrebbe potersi sposare con la sua fidanzata e Luca, lo sfaccendato figlio della spregiudicata senatrice Purpura che ha corrotto il presidente di commissione. Pur se il posto è stato “comprato” da quest’ultima per il figlio, nei bagni Federico, nascosto “a paperella” sopra un water, origlia il motto latino per finire l’elaborato che è il codice segreto per favorire il raccomandato e vince il posto. Così la senatrice, che aveva elargito una cospicua mazzetta per il figlio al presidente, s’infuria e promette vendetta. L’onesto Fabrizio, intanto, reinventatosi rider per disperazione, scopre della raccomandazione “rubata” da Federico. Nasce, così, l’alleanza tra i due: l’avvocato per 800 euro al mese sbriga al posto del neo assunto Federico tonnellate di pratiche. I due ingranano e diventano amici, fin quando una denuncia “anonima” porta il neo-impiegato del Comune in tribunale.

 

Una commedia leggera, ma mai volgare e su un tema d’attualità

 I “Sansoni”, fratelli comici siciliani con milioni di follower fra social, teatro e tv, scelgono la commedia a sfondo sociale per esordire al cinema (il film è ora su Netflix dopo la breve uscita nelle sale il 25 marzo 2025) e l’esito è piuttosto felice perché il film si lascia guardare, forte di dialoghi felici, battute serrate e di un ritmo sostenuto. È chiaro l’intento degli autori di stigmatizzare la crisi generazionale dei trentenni attuali che, nonostante le buone intenzioni, stentano a trovare un lavoro sicuro e si barcamenano in lavori saltuari poco remunerativi e soprattutto non all’altezza degli studi fatti. Il modello è quello di Fabrizio che dimostra di avere tutte le capacità per svolgere il lavoro che ha vinto Federico, ma non vi avrebbe mai avuto accesso perché privo di raccomandazione. In compenso Luca, il figlio della senatrice, pare del tutto disinteressato a quel posto fisso che lei gli avrebbe “comprato”.

È in questo gioco delle parti che si sviluppa la comicità perché per una volta sembra che la sorte abbia baciato i meritevoli, almeno fino al processo finale che, però, non può che avere un lieto fine. Ben descritta è la coppia genitoriale di Federico con il padre che si fregia di non avergli mai dato una spintarella e la madre che si affida con un bigottismo un po’ ostentato all’intercessione della Madonna di Medjugorje, ruolo ben interpretato da Paola Minaccioni. In realtà questi genitori, come la senatrice corruttrice, rappresentano quella generazione che non dà accesso a chi vorrebbe entrare adesso nel mondo del lavoro.

Da un lato, infatti, vi è un’iperprotezione che non sprona Federico a prendere l’iniziativa, dall’altro addirittura uno stile mafioso, che si concretizza come vero e proprio reato. L’unico ad avere le carte in regola per l’agognato posto in Comune è Fabrizio, ma se non fosse per la coincidenza favorevole all’origine della trama, sappiamo che non avrebbe alcuna possibilità.

Quello che si alza forte è il lamento di giovani che non sono affatto scansafatiche, ma ambiscono solo alla possibilità di esprimersi al meglio, mettendo in campo i loro talenti. In questo la linea romantica di Fabrizio che promette un futuro solido alla sua fidanzata è un felice inserto nella narrazione che alza la posta in gioco anche sul fronte sentimentale.

 

Un duo comico da tenere sotto osservazione

 Sulla scia della comicità di Ficarra e Picone, ma anche quella di Checco Zalone e di Pif, i “Sansoni” si accreditano come un nuovo due comico capace di mettere in scena un tema di scottante attualità con gli stilemi tipici della commedia italiana contemporanea. Si ride e si riflette attraverso la storia da loro raccontata e senza mai scadere nella volgarità si dà modo ai personaggi di svilupparsi in modo esaustivo facilitando l’immedesimazione del pubblico. Tutti noi vorremmo poter fare il lavoro che ci meritiamo e non subire le ingiurie della corruzione clientelare, ecco perché facciamo il tifo volentieri per Federico e Fabrizio e siamo sempre dalla loro parte. Ci dispiace che Fabrizio debba fare il runner, portando pizze a domicilio, quando lo vediamo così abile a sbrigare le pratiche burocratiche comunali che Federico gli passa e siamo con loro nella joint venture che hanno creato ad hoc per resistere alle pressioni che la senatrice corrotta cerca di mettere in atto per ostacolarli, merito anche della bella interpretazione di Donatella Finocchiaro che ben riveste i panni della cattiva.

 

Giovanni Capetta

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