SCEGLIERE UN FILM

All is lost


TITOLO ORIGINALE: All is lost
REGISTA: J.C. Chandor
SCENEGGIATORE: J.C. Chandor
PAESE: USA
ANNO: 2013
DURATA: 106'
ATTORI: Robert Redford
SCENE SENSIBILI: turpiloquio e numerosi momenti di tensione.
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Robert Redford è un uomo senza nome capace di sopravvivere per otto giorni sperduto nell’oceano.

Grande tecnica ma poco impatto

I critici lo lodano, il pubblico si addormenta. All Is Lost è l’audace tentativo di J.C. Chandor e Robert Redford di raccontare una storia di sopravvivenza e solitudine tramite il solo uso di immagini di “straordinaria quotidianità”.

“Il Nostro Uomo”, pseudonimo utilizzato nei titoli di coda per identificare un Redford senza nome, non è un Seal o un marinaio dalle capacità fuori dall’ordinario, ma un uomo con un’irrefrenabile voglia di vivere. J.C. Chandor non comunica alcun dettaglio sulla vita personale del suo protagonista, se non nella lettura iniziale di una lettera dal contenuto alquanto vago, e non ha alcuna pretesa (peraltro legittima) di produrre un arco narrativo. Redford non incarna tanto l’uomo comune quanto un’umanità generica e forse proprio per questo (paradossalmente) priva di punti d’identificazione.

Ci manca una storia

Film che vedono come fulcro narrativo la battaglia dell’uomo contro fenomeni naturali sono interessanti per il loro aspetto visivo, ma si elevano artisticamente e acquistano significato quando il vero conflitto è quello del protagonista contro se stesso. La lotta interiore e personale di un uomo contro le sue debolezze è ciò che emoziona un pubblico. Un uomo che vuole vivere nonostante gli innumerevoli nubifragi è ammirevole, ma non colpisce il cuore come il personaggio che cade, si rialza e combatte. 

Vista la genericità narrativa, la conseguenza è un film episodico, quasi documentaristico, in cui si susseguono catastrofi naturali vissute da Redford con una tranquillità stoica che lascia lentamente spazio a una crescente disperazione. La mancanza di tessuto narrativo si fa sentire anche nella scelta delle inquadrature e del montaggio. L’attenzione ai dettagli della nave, dell’oceano e del cielo è quasi esasperata e spesso non necessaria. 

Ci troviamo di fronte a un’ambientazione soffocante, dalla piccola imbarcazione iniziale alla scialuppa di salvataggio fino all’immensità oceanica. Gravity ha il pregio di suscitare ambivalenza nel pubblico: lo spazio diventa un luogo tanto terrificante quanto affascinante. Chandor sembra non amare l’oceano e ogni suo particolare è utilizzato per suscitare timore e claustrofobia. 

“One man show” sembra il motto delle maggiori pellicole del 2013. Gravity vanta Sandra Bullock, Captain Phillips Tom Hanks e All Is Lost si appropria del mito americano Redford. Può un attore, pur di grandi capacità, supplire alla mancanza di una tematica narrativa? La risposta è no. 

Un film deve essere una storia umana raccontata per immagini, non un esercizio visivo. 

Scegliere un film 2014

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