SCEGLIERE UN FILM

Anni felici


TITOLO ORIGINALE: Anni felici
REGISTA: Daniele Luchetti
SCENEGGIATORE: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Caterina Venturini e Daniele Luchetti
PAESE: Italia
ANNO: 2014
DURATA: 100'
ATTORI: Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Martina Friederike Gedek
SCENE SENSIBILI: scene sensuali a contenuto lesbico, scene di nudo, turpiloquio.
4 votes, average: 2,75 out of 54 votes, average: 2,75 out of 54 votes, average: 2,75 out of 54 votes, average: 2,75 out of 54 votes, average: 2,75 out of 5

Roma 1974. Guido è un artista d’avanguardia cresciuto intellettualmente con la retorica della provocazione a tutti i costi. Ama sua moglie Serena e i due figli, Dario e Paolo, di 10 e 5 anni, ma non evita di tradire la prima con le belle modelle con cui lavora, e di coinvolgere i secondi nei disordini di una vita sregolata. All’indomani di una mostra d’arte contemporanea, dove Guido ottiene cattive recensioni per una performance che vorrebbe essere provocatoria ma che risulta solo ridicola, la coppia va in crisi. Lasciatasi irretire dalla gallerista Elke, amica di Guido, Serena parte con lei e con i bambini in una vacanza in Francia per sole donne, tornandone trasformata. La famiglia esplode, poi si ricompone tra gioie e dolori, tutto sotto gli occhi dei due bambini, incolpevoli testimoni di uno stravolgimento dei costumi in un Paese che sta cambiando.

Una famiglia in crisi nei caotici anni Settanta

Si può sopravvivere al caos affettivo di due genitori degeneri, che hanno vissuto per anni come se i figli non esistessero? Ed è possibile pacificarsi con il proprio passato, fino a raccontare quegli stessi anni come i più felici della vita? Sì, secondo questo diario semiautobiografico, confusionario ma sincero, che prende di petto temi importanti, perdendo a volte la bussola. Le domande sono tante e corpose: quanto vale l’unità della famiglia quando i sentimenti sono ballerini? Cos’è davvero e come si nutre l’amore tra un uomo e una donna? Quanta libertà deve esserci tra un marito e una moglie nel confessarsi i propri pensieri più intimi? Il film accenna delle risposte ma ammette la propria inadeguatezza nell’imbrigliarle in una formula, evita di costruire un giudizio attraverso il discorso narrativo ma si affida a un racconto magmatico, ad alta temperatura emotiva, da amarcord agrodolce. Il primo atto descrive bene una ricerca della felicità, da parte dei protagonisti, in cui le spinte del desiderio urtano contro l’esperienza del proprio limite e l’impatto fa piangere e sospirare. Poi il film s’impantana in una storia di amore lesbico, che non aggiunge nulla al racconto e che sembra solo un doppio omaggio ai malumori degli anni Settanta e a quelli odierni.

Il terzo atto commuove: l’amore libero è solo un’illusione distruttiva, sembra ammettere la sceneggiatura, scritta dal regista insieme ai fidi Rulli e Petraglia, che tifa insistentemente per l’unità di questi coniugi incapaci di non amarsi. La famiglia è in piena crisi – siamo nel 1974, l’anno del referendum sul divorzio – ma è ancora un bene vagheggiato, se pure non come un luogo stabile, almeno come un porto cui continuamente tendere. L’amore poi, si legge tra le righe del film, rimane un mistero. Sia pur in sintonia, quindi, con una visione del mondo e dell’uomo dove le passioni sono le uniche a guidare e determinare l’agire e dove quindi non c’è altra possibilità che cedere a esse (sono sempre le passioni e mai un giudizio a ricondurre al bene i personaggi), è un film che non ispira antipatia perché lontanissimo, nello stile e nelle intenzioni, da certi manifesti ideologici che mentono per partito preso sulla natura della famiglia e dell’essere umano. 

Un sospiro di sollievo

Nonostante le perplessità lasciate da una trama che sembra ritenere l’educazione un accessorio e l’abbandono della prole nel tumulto dei capricci emotivi degli adulti quasi un’esperienza formativa (gli “anni felici” rimembrati con nostalgia), l’emozione che lascia il film – ammettiamolo – è positiva. Prevale più il sollievo di vedere due sposi che superano la burrasca e si abbracciano con tenerezza che il mal di mare provocato dalla burrasca stessa. Il merito è senz’altro anche dei due interpreti principali: Kim Rossi Stuart è forse il miglior attore italiano della sua generazione; Micaela Ramazzotti non è mai stata così brava nei film diretti da suo marito Paolo Virzì, né mai così bella.

Scegliere un film 2014

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