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Confidenza


TITOLO ORIGINALE: Confidenza
REGISTA: Daniele Luchetti
SCENEGGIATORE: Francesco Piccolo e Daniele Luchetti
PAESE: Italia
ANNO: 2024
DURATA: 136'
ATTORI: Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini e Isabella Ferrari
SCENE SENSIBILI: alcune scene a contenuto sessuale e momenti di tensione
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Pietro Vella (Elio Germano) è professore di lettere in un liceo di Roma. Empatico ed anticonformista, cerca di instaurare un rapporto personale e costruttivo con ognuno dei suoi studenti. Tra questi c’è anche Teresa (Federica Rosellini) una delle allieve più brillanti, che però terminato il liceo, orfana e sola, abbandona quasi subito l’università per lavorare e mantenersi economicamente. Venutolo a sapere, il giovane professore la va a cercare per spingerla a completare la formazione accademica e quell’attenzione, quel gesto d’affetto, sfocia subito in una relazione sentimentale. L’ambiguità della situazione e la personalità fortemente narcisista di entrambi, trasforma ben presto il loro rapporto in un torbido e morboso gioco di potere

Scambio di segreti

Dopo La scuola e Lacci, Daniele Lucchetti realizza la trasposizione cinematografica di un altro romanzo di Domenico Starnone. Il film è un thriller psicologico che racconta il percorso esistenziale nel corso dei decenni di un insegnante appassionato, educatore per vocazione, che però dietro alle nobili apparenze nasconde una statura morale tutt’altro che encomiabile.
Il primo segnale che non è oro tutto ciò che luccica, si ha quando senza troppe remore l’uomo si lascia coinvolgere in una tormentata storia d’amore con la sua ex alunna in cui, al di là dello stigma sociale che la loro condizione suscita (lui stesso si vergogna nel presentare Teresa ai suoi amici), si palesano fin da subito risvolti poco chiari nelle dinamiche relazionali. A dispetto dell’apparente fragilità infatti, la ragazza rivela di avere un carattere molto forte: è lei infatti nonostante la differenza di età a condurre la relazione, che degenera presto in un’altalena di prevaricazioni e sottomissioni, fino al perverso gioco psicologico al centro della trama. Teresa riesce infatti a convincere Pietro a confessarle un segreto sepolto nel suo passato, qualcosa di misterioso e terribile che, se rivelato, potrebbe distruggerne la reputazione.

Strade che si dividono

Sul ricatto psicologico che la donna perpetra più o meno esplicitamente (ad un certo punto sbuca dal nulla anche una lettera minatoria) nei confronti del suo ex professore/amante, viene costruita la tensione su cui si regge tutta la trama, anche quando le loro strade si dividono.
La ragazza infatti, dopo averlo lasciato, si trasferisce a Boston per diventare una matematica di fama internazionale, mentre lui si sposa con una sua collega (Vittoria Puccini), curiosamente anche lei matematica. E mentre lui gira in lungo e largo l’Italia in veste di rinomato pedagogo, saggista e conferenziere, la minaccia di un ritorno del passato incombe, con lo spauracchio di quel segreto (di cui non si scopre mai la natura ma, si capisce, implicherebbe anche delle ripercussioni con la giustizia) che potrebbe da un momento all’altro essere rivelato.
L’equilibrio esistenziale del protagonista, stimato da alunni e colleghi, viene quindi scardinato da questo legame morboso e viscerale con Teresa che a poco a poco lo costringe a spogliarsi dal perbenismo di facciata, mettendolo finalmente di fronte alla verità della propria natura, povera e deprecabile.

Un quadro cupo

La storia raccontata indaga quindi sulla complessità delle relazioni umane, nella loro dimensione più autentica, lasciando spazio ad iperboli oniriche, anche tramite l’utilizzo di ricorrenti simbolismi. Nella percezione straniata e distorta del protagonista però, immaginazione e realtà si mischiano, mentre il meccanismo narrativo del ricatto si rivela più che altro un pretesto per raccontare la tensione per un pericolo esistenziale invisibile ma latente, che pare sempre in agguato e trascende la preoccupazione per quello che Teresa potrebbe fare da un momento all’altro.
Sebbene i personaggi e le dinamiche siano sviscerati in modo approfondito ed interessante, il quadro dipinto dall’autore è molto cupo, drammaticamente privo di speranza sulla natura umana: le perversioni relazionali raccontate, tra ipocrisie e prevaricazioni, sono infatti troppo negative ed estreme per essere riconosciute come vere ed universali.

Gabriele Cheli

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