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Damsel


TITOLO ORIGINALE: Damsel
REGISTA: Juan Carlos Fresnadillo
SCENEGGIATORE: Dan Mazeau
PAESE: USA
ANNO: 2024
DURATA: 109'
ATTORI: Millie Bobby Brown, Shohreh Aghdashloo, Robin Wright, Angela Bassett, Nick Robinson
SCENE SENSIBILI: alcune scene di violenza e di tensione nei limiti di genere
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Elodie, giovane e bella ragazza di famiglia nobile, accetta di sposare un principe di un regno lontano per salvare il suo popolo dalla carestia, ma presto si ritroverà vittima di un antico inganno. Subito dopo le nozze, verrà gettata in una profonda grotta dove un drago assetato di vendetta non vede l’ora di ridurla in cenere.

Un fantasy accessibile ma molto prevedibile

Netflix si avventura nuovamente nel fantasy per fare il botto. Questa volta, però, ha un asso nella manica… la protagonista del tanto atteso Damsel è la celebre Millie Bobby Brown, star di Stranger Things, che porta con sé un vasto pubblico di spettatori affezionati. In pochi giorni, infatti, la pellicola conquista le classifiche e si posiziona al vertice tra i film più visti dalla sua uscita. Potrebbe essere merito delle atmosfere magiche, del drago ben disegnato o delle location fiabesche, ma sicuramente è la scelta della giovane attrice a rappresentare la chiave del successo.
Damsel in generale funziona, diverte, scorre e non richiede chissà quale impegno intellettuale per seguire le disavventure della malcapitata Elodie. Tuttavia, la trama lascia un po’ a desiderare, risultando fin troppo semplice e prevedibile con evidenti richiami alle saghe fantasy di grande successo come Il Signore degli Anelli o Game of Thrones, talvolta talmente evidenti da rischiare di cadere nel trash, come il personaggio di Elodie che rievoca la Madre dei Draghi con riferimenti fin troppo espliciti, soprattutto nella scena finale.
La struttura della storia è lineare, procede in maniera progressiva senza, però, offrire neanche un colpo di scena, come ci si aspetterebbe dal genere. È tutto molto intuibile, siamo certi che Elodie avrà successo fin dalle premesse iniziali, che i nemici soccomberanno e che i buoni prevarranno perché così deve essere per una fanciulla che lotta da sola contro l’ingiustizia subita in nome dell’indipendenza.

Il viaggio imperfetto dell’empowerment femminile

In Damsel i vecchi stereotipi vengono ribaltati. Questa non è la solita storia in cui vediamo l’eroico cavaliere salvare la damigella in pericolo. Qui, la principessa deve cavarsela da sola, lottando contro un drago (anche questo femmina) che la vuole morta. Sfida dopo sfida, Elodie diventa l’emblema di quel girl empowerment che da anni domina gran parte delle figure femminili di molti film o serie tv.
Eppure, nonostante l’importanza e l’impatto della tematica, c’è qualcosa che non quadra. In qualsiasi fantasy o viaggio epico, l’eroe è sempre accompagnato da qualcuno (almeno nelle storie più riuscite), un amico, un aiutante, un parente… Ma la nostra protagonista è sola. Sola contro quel mondo che l’ha confinata nel ruolo di donna silenziosa e accondiscendente disposta a rinunciare a se stessa per la vittoria degli altri. Inoltre, sembra invincibile e perfetta. Ma è davvero così? È giusto suggerire alle giovani donne di oggi che per trionfare è necessario mostrarsi incrollabili, senza paure e sole? Potrebbe forse essere più utile comunicare che possono farcela anche mostrando le proprie debolezze, fragilità e accettando i fallimenti, se poi ci fosse anche il supporto di un amico non sarebbe male.
Dal punto di vista narrativo, il film presenta molte lacune, un peccato considerando i numerosi spunti che offre. I personaggi intorno alla perfetta Elodie, infatti, sono piuttosto piatti e poco sviluppati, ma i diversi dilemmi che guidano le loro azioni sono così universali e vitali che avrebbero potuto avere un grande potenziale se approfonditi adeguatamente. Entrambi i sovrani, per esempio, si domandano se sia meglio salvare il popolo o i loro figli. Il principe, invece, sembra dubitare delle ingiustizie commesse dalla madre, ma non gli viene mai offerto spazio sufficiente per un riscatto. E infine, il drago che si nutre solo di vendetta ma arriva a domandarsi fino a che punto questo possa bastare.
Si tratta di conflitti molto interessanti, ma che in Damsel sono appena accennati e non trovano nessun approfondimento, limitando l’impatto complessivo di un film che poteva essere più ricco e coinvolgente.

Elisa Ricci

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