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Denti di squalo


TITOLO ORIGINALE: Denti da squalo
REGISTA: Davide Gentile
SCENEGGIATORE: Valerio Cilio e Gianluca Leoncini
PAESE: Italia
ANNO: 2023
DURATA: 104'
ATTORI: Tiziano Menichelli, Claudio Santamaria, Virginia Raffaele e Edoardo Pesce
SCENE SENSIBILI: scene di tensione, violenza, linguaggio volgare
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Walter ha tredici anni ed ha appena perso il padre per un incidente sul lavoro. Tra ricordi e vecchie fotografie, il bambino cerca tracce di quell’uomo dal passato misterioso, una ricerca che lo conduce, in sella alla sua bicicletta, ad una vecchia villa abbandonata, appartenuta ad un boss locale. Al suo interno c’è una piscina nella quale vive… uno squalo!
Walter è affascinato dall’animale e sente il bisogno di prendersene cura insieme al giovane custode della villa, Carlo, un bullo di quartiere che si affeziona ben presto a lui. Per trovare il denaro necessario a sfamare lo squalo, i due esplorano strade pericolose fino a cacciarsi seriamente nei guai…

Una favola criminale

Da una sceneggiatura vincitrice del Premio Solinas, realizzato dagli stessi produttori di Lo chiamavano Jeeg Robot, Denti da squalo è un film dai contenuti fortemente metaforici e visivamente appagante con tante belle inquadrature, riscaldate da una fotografia crepuscolare e arricchite da effetti speciali decisamente credibili, utilizzati per la ricostruzione dello squalo.
La regia, dinamica e intimista, racconta un mondo reale e tangibile (il film è girato quasi interamente sul litorale laziale) ma al tempo stesso magico, favolistico, popolato da personaggi mitici e protagonisti di storie dai risvolti leggendari. Il piano della realtà, amaro, crudo e profondamente doloroso, si interseca così con quello immaginario fondato su sogni e paure dei giovani protagonisti, e le diverse situazioni (vere o immaginate che siano) si mescolano e si influenzano tra loro al punto che, nel corso del film, risulta talvolta difficile distinguere le une dalle altre.
Questa vocazione un po’ surreale del film lo fa assomigliare ad una sorta di favola moderna che non si perde in troppe spiegazioni sulle motivazioni o il background dei personaggi – questa asciuttezza ammanta di mistero tutto il reale raccontato – ma d’altra parte ne offre moltissime sui loro stati emotivi, soprattutto tramite dialoghi e recitazione.

Mordere la vita

Uno dei punti di forza del film è senza dubbio il personaggio del giovane protagonista, Walter, per via della complessità esistenziale che lo vede scisso tra una tenerezza innata, dovuta alla giovane età, e il mare di rabbia, ambizione e aggressività che ribolle in lui e lo spinge a prendere a morsi la vita, sulle presunte orme di quel padre con cui lui immagina di dialogare, a più riprese, durante il film.
Lo squalo nella piscina, infatti, il predatore per eccellenza, con tutto il bagaglio simbolico che ha in dote – da sempre infatti viene usato, anche cinematograficamente, come rappresentazione del male assoluto – è in realtà un pretesto decisamente originale per mettere in scena il tema centrale del film, ovvero la ricerca della figura paterna e, collegata ad essa, anche la propria identità.
Questo percorso del giovane protagonista, che passa anche per lo scardinamento di tanti stereotipi e luoghi comuni (compreso quello dello squalo cattivo) conduce ad un finale in cui la situazione, giunta al culmine della drammaticità, si risolve come in molte favole grazie ad un intervento esterno (si potrebbe dire arrivato dall’alto) e con esso trova compimento anche la ricerca di Walter, fino alla nascita di una nuova famiglia, ferita, menomata, ma non per questo meno bella.

Gabriele Cheli

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