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Flaminia


TITOLO ORIGINALE: Flaminia
REGISTA: Michela Giraud
SCENEGGIATORE: Michela Giraud, Francesco Marioni, Greta Scicchitano e Marco Vicari
PAESE: IItalia
ANNO: 2024
DURATA: 98'
ATTORI: Michela Giraud, Rita Abela, Lucrezia Lante della Rovere e Antonello Fassari
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Flaminia è una fiera esponente della patinata Roma Nord: nata bene, frequenta meglio, tifa Lazio. A pochi giorni dal matrimonio che coronerebbe il suo status di “pariolina”, irrompe dal suo passato la sorellastra Ludovica, allontanata dalla comunità in cui vive per aver incendiato il proprio letto…

Un buon esordio

Nell’anno degli esordi delle comiche alla regia, dopo il grande successo di Paola Cortellesi con il suo C’è ancora domani, Michela Giraud non sfigura con il suo Flaminia. Un film in cui si ride e ci si commuove in un’ora e mezza spensierata, senza cadere nel tranello del comico che impersona se stesso. Michela Giraud anzi incentra il suo film su un lato poco conosciuto della sua vita: il rapporto con la sorella Cristina, a cui è dedicato il film e su cui è basato il personaggio di Ludovica, anche lei con un disturbo dello spettro autistico.
I momenti più alti del film sono proprio quelli in cui Flaminia lascia spazio a Ludovica, ottimamente interpretata da Rita Abela. Amiamo e odiamo quella sorella che Flaminia all’inizio cerca di tenere lontana il più possibile. E come biasimarla: Ludovica è caos allo stato puro, mentre Flaminia cerca disperatamente di ritagliarsi il suo spazio nel rigido quadro della Roma bene. Ma la vita è imprevedibile come Ludovica e per questo il pubblico ha fame di vedere sempre più scene con lei.
Peccato che il film non raccolga questo desiderio fino in fondo.

Due film in uno

Il film a detta della stessa Giraud nasce come la trasposizione di uno dei personaggi di Tea, il libro che la comica ha scritto a quattro mani con Daniela delle Foglie, Laura Grimaldi e Serena Tateo. E in effetti Flaminia inizia proprio così: la ragazza “sangue al cento per cento pariolino” pronta a sposare Alberto, anche lui pariolino, rugbista, buono, ricco, bello. Finché un giorno non conosce la prima fidanzatina del suo promesso sposo: Tea, appunto.
Ecco, Tea non c’è nel film, ma c’è Ludovica. Non ci sono ex fidanzatine: l’arrivo come un uragano dell’irresistibile sorellastra di Flaminia cambia il film e il cuore del pubblico va in quella direzione. I tentativi di tornare alla trama sentimentale sembrano interrompere quel flusso: il popolo chiede Ludovica, il film invece sembra andare fuori tema concentrandosi su personaggi lasciati a lungo in stand by – il fidanzato Alberto su tutti, che pure è stato il primo ad avvicinare Flaminia e Ludovica – o mai conosciuti – come il personal trainer ex fidanzato di Flaminia.
L’impressione finale è quella di aver visto tanti personaggi, ma aver fatto il tifo solo per uno, tanto da sperare in uno spin off tutto su Ludovica.

Claudio F. Benedetti

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