Abel Camara è un sex symbol in crisi d’identità e non più appagato dal successo, Marion una quarantenne che sta per firmare un divorzio ed è costretta a lavori saltuari. Appartengono a due mondi agli antipodi ma fra loro, incontratisi per caso, si accende la scintilla di un amore che sarà messo a dura prova dalle loro stesse diversità. Abel non è disposto a rinunciare al successo per Marion, ma è attratto dalla sua genuinità e dalla verità dei suoi sentimenti. Marion appare più disincantata e incapace di conformarsi alle regole del jet set. Potrà resistere il loro legame? Quando tutto sembra remare in direzione contraria la storia trova il suo lieto fine.
Come si può far strada l’amore fra due persone così diverse come Abel e Marion? Molto del film sta nel dare la soddisfazione al pubblico che la dimensione romantica possa vincere su presupposti di realtà che sembrerebbero agli antipodi. Abel è spocchioso ed esuberante, compete con un altro divo per cui soffre un complesso di inferiorità, è abituato a stuoli di fan e a stare sempre al centro dell’attenzione. Marion è una donna tutt’altro che appariscente, saggia e posata, incapace di fingere o recitare la parte della compagna della star. Sembra che i loro mondi li respingano ed invece il loro sentimento cresce e la loro relazione si consolida. In fondo entrambi sono delusi e hanno bisogno di trovare nuove motivazioni. Marion, ferita dal divorzio, ha bisogno di credere ancora in sé stessa e di poter essere amata, Abel è attratto dalla verità che Marion gli trasmette, amandolo per quello che è e non per la sua immagine. Entrambi si sentono visti ed apprezzati oltre le regole del sistema a cui appartengono e trovano in questo una grande forza.
La sincerità che nasce dalla loro relazione li porta anche a scontrarsi, ma in realtà è ciò che li attrae e che innesta in loro lo sprone a cambiare e a migliorarsi. Marion aiuta Abel ad essere più sicuro dei suoi mezzi e a non dipendere dal parere degli altri; Marion ritrova la femminilità perduta e la spensieratezza di un tempo. Quando i loro mondi cercano di incasellarli in ruoli predefiniti la loro reazione è prendere le distanze, ma durerà poco. Dopo aver accettato di apparire come la compagna di Abel alla presentazione del suo ultimo film, Marion è scottata dalla strumentalizzazione che subisce dai giornalisti e dall’entourage dell’attore, ma quando starebbe per ritirarsi in buon ordine, la manager di lui la invita a non farsi ingannare dai condizionamenti esterni e far prevalere la genuinità del suo amore e tutti noi facciamo il tifo per loro.
È chiaro l’intento di Netflix di aprire il fronte della commedia sentimentale per Omar Sy, volto molto noto al pubblico europeo per la serie Lupin e altre interpretazioni in film d’azione, ma il risultato è piuttosto deludente. Il genere viene rispettato ma senza slanci originali e il protagonista sembra un po’ imbrigliato da una trama fin troppo semplice. Il famoso attore, vincitore di un César per Quasi amici nel 2012, non è messo nelle condizioni di far valere le sue doti in un ambito non ancora da lui molto frequentato. Anche Sara Giraudeau, pur brillante comprimaria, nota per la serie tv Le Bureau – Sotto copertura, e vincitrice anch’essa di un César come attrice non protagonista nel 2018 con il film Petit paysan – Un eroe singolare. non riesce con la sua recitazione a distrarci da dialoghi e soluzioni piuttosto scontate. Fra i due si sviluppa una buona chimica, ma che non supera il livello del divertimento superficiale e il risultato è la sensazione frequente del “già visto”. Il riferimento più immediato è a Notting Hill, ma anche altri titoli meno noti seguono la stessa struttura narrativa. Di fatto l’unica soddisfazione che il film lascia è quella di creare delle situazioni semplici e autentiche in cui i nostri due amanti possono mettere in gioco la loro alchimia, ma il tutto è limitato a poche felici scene che non trovano continuità.
Giovanni Capetta
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