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I primitivi


TITOLO ORIGINALE: Early Man
REGISTA: Nick Park
SCENEGGIATORE: Mark Burton e James Higginson
PAESE: Uk/ Francia
ANNO: 2018
DURATA: 89'
ATTORI: con le voci italiane di Paola Cortellesi, Riccardo Scamarcio, Greg, Salvatore Esposito, Corrado Guzzanti
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Dalle parti di Manchester, durante il Pleistocene superiore, un gigantesco meteorite colpisce la terra, sancendo la fine dell’era dei dinosauri. I cavernicoli che accorrono sul luogo dell’impatto trovano una sfera fumante, ormai ridotta di dimensioni perché consumatasi entrando nell’atmosfera terrestre, troppo incandescente per essere maneggiata. Così, attratti da quest’oggetto che può essere condiviso solo prendendolo a pedate, gli uomini inventano – o forse scoprono – il gioco del calcio. Alcune ere dopo una tribù pacifica, che vive ancora di caccia e raccolta mentre il resto del mondo è andato avanti, viene minacciata dalle mire espansionistiche di un prepotente che vuole assoggettare i popoli rimasti indietro sulla linea evolutiva. Perché scatenare una guerra quando si può decidere tutto con una sfera, due porte e ventidue giocatori?

In principio era il calcio…

Se per Stanley Kubrick l’alba dell’uomo era stata segnata dalla presenza di un monolite nero proveniente dallo spazio, per i creativi dell’inglese Aardman all’origine della civiltà c’è un pallone da football. È pieno di trovate di questo tipo, di ironia nonsense e di umorismo canzonatorio (soprattutto nei confronti del dio pallone, dei suoi riti e dei suoi sacerdoti) questa divertente incursione nella preistoria da parte dei geniali manipolatori di plastilina che già ci hanno regalato Galline in fuga, Wallace & Gromit, Shaun la pecora.

Un film tipicamente britannico

È un film tipicamente britannico, sia per la centralità data al gioco del calcio, sia per la continua presa in giro dei rapporti difficili tra governo e monarchia, sia per la soggiacente metafora della Brexit (in originale i cattivi hanno un accento francofono; nel doppiaggio italiano più germanico), riassumibile nella domanda: “siete sicuri che se ce ne stiamo per i fatti nostri siamo da considerare inferiori?”. Tutto, come in Fuga per la vittoria di John Huston (ormai un classico del cinema, in cui durante gli anni del nazismo la nazionale di calcio tedesca sfidava una compagine di “alleati” proveniente dai campi di prigionia), si decide in novanta epici minuti tra spettacolari azioni di gioco e prove d’orgoglio.
Come in A Bug’s Life (che è il film della Pixar di cui si è parlato di meno in assoluto ma a nostro parere è sottovalutato) anche qui c’è un protagonista, Dug, apparentemente inadatto a capitanare una rivolta ma che dovrà prima crescere nella consapevolezza di sé e poi “sgrezzare” una pattuglia di suoi pari per farli arrivare preparati alla sfida decisiva. La più in gamba di tutti è una donna, Ginna, che gioca a calcio meglio di Pelè e Maradona e ai cui piedi (è proprio il caso di dirlo) cadrà il protagonista, pensando che tutto sommato varrà la pena fare un passo dall’età della pietra verso l’età del bronzo. Una metafora non male del percorso “dalla caverna al pozzo” che qualunque uomo è chiamato a compiere per avvicinarsi alla donna che ama, rendendosi a sua volta amabile (anche se la scena in cui Dug guarda Ginna per la prima volta mentre, da sola, di notte, gioca meravigliosamente a pallone all’interno di uno stadio recitandosi la telecronaca, è una fantasia tipicamente maschile).

Un must-see per i mondiali di calcio

Senz’altro, per quanto abbiamo finora argomentato, I primitivi divertirà più gli adulti che i bambini e, se proprio dobbiamo trovare un difetto rispetto ai capolavori precedenti dell’azienda (come Wallace & Gromit e Shaun), si sente un po’ la mancanza di qualche momento in più di “cinema muto” in cui far tacere le chiacchiere e godersi le gag visive e l’animazione.
Brexit o non Brexit, comunque, sarà un film da ripescare quando (e se mai) l’Inghilterra riuscirà a rivincere un Campionato del mondo.

Raffaele Chiarulli

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