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Il club dei delitti del giovedì


TITOLO ORIGINALE: The Thursday murder club
REGISTA: Chris Columbus
SCENEGGIATORE: Katy Brand, Suzanne Heathcote
PAESE: USA
ANNO: 2025
DURATA: 118'
ATTORI: Helen Mirren, Pierce Brosnan, Ben Kingsley, Celia Imrie, David Tennant, Jonathan Pryce
SCENE SENSIBILI: Nessuna
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

In un’elegante residenza per anziani, quattro amici, una donna con un passato di spia, un ex sindacalista, uno psicologo in pensione e un’ex infermiera si ritrovano per cercare la soluzione di un delitto rimasto irrisolto. Nel frattempo il proprietario del terreno su cui insiste il pensionato è determinato ad abbatterlo per costruire lussuose residenze e gli anziani fanno di tutto per impedirlo. La storia si tinge di giallo anche nel presente quando il comproprietario dei terreni viene trovato morto. Gli indizi farebbero pensare che il colpevole di tutto sia l’avido imprenditore di cui sopra ma a sorpresa anch’egli trova la morte avvelenato e la verità che scopriranno i quattro detective si rivelerà del tutto imprevedibile.

 

Impeccabile nel suo genere in un’ambientazione accattivante

Indagare su omicidi anche efferati mentre si gusta una torta prelibata con il the in un maniero convertito a pensionato di lusso. È questo quello che fanno i nostri protagonisti e la storia si dipana senza mai assumere toni eccessivamente drammatici, ma piuttosto scegliendo la strada dell’ironia e dell’alleggerimento. Una scelta che premia perché il film risulta adatto anche ad un pubblico meno esperto del genere e si permette di semplificare al massimo la trama del giallo attraverso passaggi di facile comprensione per tutti. La produzione americana che vede il coinvolgimento anche di Spielberg mantiene tutto il fascino tipicamente british dell’ambientazione del romanzo originale, il bestseller di Richard Osman, con oltre 15 milioni di copie vendute, diventato un vero fenomeno editoriale, tradotto in 46 lingue e primo in classifica nel Regno Unito. Non sorprende che sia stato scelto come progetto inaugurale della collaborazione tra Netflix e Amblin Entertainment e che punti decisamente sulla caratterizzazione dei protagonisti, creando i presupposti per altri episodi con la stessa squadra all’opera su altri casi (il romanzo ha già dei sequel). Non sono le soluzioni quelle che stupiscono più di tanto lo spettatore, ma il modo in cui si indaga e lo stile dei quattro detective a tempo perso che risulta efficace e vincente. La logica interna dei fatti talvolta lascia un poco a desiderare a vantaggio di una scorrevolezza dell’insieme, ma è questo che il film promette e mantiene: un tono sempre leggero e una confezione gradevole anche per chi non sia appassionato di storie crime.

 

Star affiatate guidate da una mano esperta

Un piccolo film ma con un cast stellare che vede a fianco Helen Mirren, Pierce Brosnan, Ben Kingsley, e in un ruolo secondario anche Jonathan Pryce. Ciascuno valorizzato nei suoi tratti peculiari, gli interpreti si divertono ad arricchire il racconto mettendosi al servizio di una coralità che avvince lo spettatore desideroso di farsi sorprendere dalla battuta sagace o dall’atteggiamento dell’uno o dell’altro. Su tutti la Mirren ha un ruolo di capofila e mette il suo talento al servizio della narrazione. Merito anche della regia esperta di Chris Columbus, già regista di successi popolari come Mrs. Doubtfire e i primi Harry Potter, questo crime leggero scorre con semplicità e permette anche qualche riflessione sul tema della terza età. Gli anziani protagonisti non sono infatti assolutamente appagati dalla vita, ma dimostrano ancora una gran voglia di vivere e di dare il proprio contributo per il bene della comunità. In più occasioni la loro amicizia si dimostra un tratto fondamentale del racconto e gli stessi motivi di fragilità degli amici vengono valorizzati come ferite che assumono un valore. In particolare alcuni dei protagonisti hanno un legame famigliare da recuperare o conservare e questo scalda l’atmosfera spostando l’attenzione dal giallo all’ambito sentimentale. Tutti sono spinti dal desiderio di essere ancora preziosi all’altro, anche se in finale si distingue un caso di eutanasia ammantato di amore estremo quando intuiamo che il marito della donna in coma sceglie di togliere la vita alla moglie e a se stesso evitando di sottoporsi alla giustizia degli uomini.

 

Giovanni Capetta

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