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Il mio amico robot


TITOLO ORIGINALE: Robot Dreams
REGISTA: Pablo Berger
SCENEGGIATORE: Pablo Berger
PAESE: Spagna, Francia
ANNO: 2023
DURATA: 90'
ATTORI:
SCENE SENSIBILI: Nessuna
1 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 5

New York, anni ‘80. Dog, un cane antropomorfo, vive le sue giornate in una noiosa e solitaria routine. Tuttavia, dopo aver visto una pubblicità sulla tv, si decide a comprare un Robot da compagnia, ribaltando la sua vita di 180 gradi. Insieme al suo nuovo amico, Dog comincia a riaprirsi al mondo e a riscoprire la sua bellezza. Tuttavia, la felicità di Dog e Robot ha vita breve, e il loro tempo insieme viene bruscamente interrotto: dopo una serena giornata in spiaggia, Robot non riesce più a muoversi a causa di un malfunzionamento, e per una serie di sfortune Dog è costretto a doverlo abbandonare a sé stesso. Di fronte a questa dolorosa separazione, Dog e Robot dovranno imparare a ricostruirsi una vita da capo…

I cartoni animati non sono solo per bambini

Il mio amico robot è stato uno dei candidati agli Oscar 2024 e ha collezionato numerosi premi presso i festival cinematografi del continente europeo grazie all’universalità della sua storia e l’elevata qualità narrativa. Purtroppo però, quando in Italia si parla di animazione, non importa quanto sia bravo un autore o lo spessore della sua opera: i cartoni rimangono per il grande pubblico un prodotto per bambini, e questa mentalità continua ancora oggi a penalizzare questa categoria. Con un box-office di neanche 65mila euro, Il mio amico robot è stato visto da pochissimi, dati anche i proibitivi orari in cui è stato posto nelle sale cinematografiche, ma avrebbe meritato molto di più: destinato evidentemente a un pubblico adulto (ma comunque fruibile anche ai più piccoli) questo film parla di una solitudine e di problematiche che tutti noi viviamo oggi, e di cui tutti cerchiamo risposta.

Come si fa a vivere dopo aver perso la felicità?

Ambientato in un mondo passato dove le Torri gemelle erano ancora in piedi e MTV trasmetteva ancora musica, Il mio amico Robot riesce a realizzare narrazione reale e profonda senza aver bisogno di dialoghi didattici o monologhi ispirati, un’arte sempre più rara al giorno d’oggi.
Questo film pone come suo nucleo narrativo la solitudine e la felicità perduta, mettendo l’accento su una parte della vita umana spesso ignorata o resa troppo patetica dalla filmografia internazionale. Nel ritrarre il dolore che sia Dog che Robot provano per il loro distacco, la storia non ne minimizza il rimpianto, ma non lo rende nemmeno una sofferenza totalizzante che annienta l’interezza della loro persona. Il regista spagnolo Pablo Berger, al suo esordio all’animazione, va subito a segno veicolando una verità importante che meglio rappresenta questo concetto: i rapporti più importanti lasciano un segno indelebile nelle nostre vite, ma proprio perché sono stati per noi momenti preziosi, questi non ci portano a fondo una volta finiti, ma ci insegnano a rimetterci in piedi per ritrovare la nostra felicità.

Diamo una chance all’animazione

Il mio amico robot è una storia sincera, semplice e commovente che racchiude dentro di sé tutto lo spettro delle emozioni umane: la disillusione per una vita che sembra non offrire niente, la speranza di una promessa di felicità, la gioia di un’amicizia felice, il dolore della perdita e la volontà di rinascita. Pur essendo stato snobbato a causa del suo formato – il lungometraggio animato – e non essendo spalleggiato da grandi studi, questo film possiede le qualità di un vero prodotto d’animazione che parla ai grandi come ai piccoli, una cosa ormai sempre più rara nel panorama cinematografico di oggi.

Mariapaola Della Chiara

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