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Il piccolo Yeti

Il piccolo Yeti


TITOLO ORIGINALE: Abominable
REGISTA: Jill Culton, Todd Wilderman
SCENEGGIATORE: Jill Culton
PAESE: Usa/Cina
ANNO: 2019
DURATA: 97'
ATTORI: Chloe Bennet, Albert Tsai, Tenzing Norgay Trainor, Eddie Izzard, Sarah Paulson, Tsai Chin
SCENE SENSIBILI: alcune scene di tensione nei limiti del genere
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Yi vive a Shangai ed è una teenager un po’ scontrosa e introversa. Quando un giorno trova sul tetto della propria casa niente meno che un piccolo Yeti, in fuga da un ricco uomo d’affari e una malvagia zoologa che lo vogliono imprigionare, la sua vita cambia. Aiutata da Jin e Peng, un bambino e un coetaneo che vivono nel suo stesso palazzo, Yi intraprenderà un lungo viaggio attraverso la Cina, per riportare il piccolo Yeti a casa sua, sul monte Everest.

Il dolore della perdita e una casa da ritrovare

Il nuovo film d’animazione coprodotto da Dreamworks Animation e Pearl Studio è una piccola, piacevole sorpresa, sia per la storia che per l’animazione. La prima parte del film si svolge in una moderna metropoli cinese che ha il volto di Shangai e qui la vita è descritta con dovizia di dettagli, dalla minuziosa rappresentazione dei condizionatori esterni tipici delle grandi città torride della Cina, allo skyline scintillante, con l’immancabile spettacolo di luci serale. In città la vita è frenetica e Yi, anziché divertirsi con gli amici, si barcamena tra mille lavoretti per mettere da parte dei soldi e intraprendere, prima o poi, il viaggio della vita, quello che suo padre le aveva promesso prima di morire, dal Sichuan all’Himalaya. La nonna e la mamma cercano con lei un contatto, ma Yi le evita perché stare in casa è troppo doloroso e le ricorda ogni giorno come tutto sia diverso, senza il papà. Quando non lavora, quindi, si rifugia sul tetto del condominio, dove ha appeso una mappa con le tappe del viaggio e dove suona il violino che suo padre le aveva regalato. È per lui che Yi suona ogni sera, nel tentativo di scacciare il dolore per la sua perdita. Ed è proprio all’interno di questo scenario che si materializza il piccolo, ma ingombrante Yeti, che dal tetto del palazzo di Yi contempla con nostalgia un grosso cartellone che raffigura il monte Everest. La sua casa è lì e Yi, che è sensibile, riesce a capirlo trovando un modo tutto suo per comunicare con l’animale, che decide di soprannominare proprio Everest.

L’importanza della famiglia “che rimane”

Il piccolo Yeti è quindi prima di tutto la storia d’amicizia tra un’umana e un animale mitologico, sul modello di Dragon Trainer (ma anche di Monsters & co. della Pixar, alla cui storia la regista e sceneggiatrice Jill Culton collaborò in passato) e richiama in certi punti, soprattutto nel finale, lo stesso E.T. di Spielberg, che forse intende omaggiare di proposito (Spielberg è tra i fondatori della Dreamworks). Non solo. Ne Il piccolo Yeti si potranno trovare tracce ed elementi tipici di altri precedenti film Dreamworks, dal rapporto con il diverso, tutto da scoprire, già presente in Shrek alla Cina di Kung fu Panda (ma questa volta moderna e in parte metropolitana). Per certi versi, quindi, il film può sembrare “già visto”, ma di sicuro ha dei cenni di novità, dalla scelta di protagonisti umani cinesi, positivamente rappresentati, all’importanza della famiglia “che rimane”, anche dopo un lutto. Il viaggio di Everest diventa, anche e soprattutto, il viaggio che Yi intraprende alla ricerca di se stessa e sarà proprio il suo nuovo amico peloso ad aprirle gli occhi su ciò a cui sta rinunciando, per via del dolore: l’amore di sua mamma e sua nonna.

Un piacevolissimo film da vedere in famiglia

L’animazione è di alta qualità, soprattutto nella splendida e realistica riproduzione della Cina più naturalistica e maestosa, a cui si aggiunge un tocco magico e incantato. Ottima è anche la colonna sonora (che comprende anche la celebre Fix You, dei Coldplay), che di certo contribuisce alla poesia del film.
Il punto debole della pellicola è invece nella risoluzione dei momenti più drammatici, che avviene quasi sempre tramite la magia innata del piccolo Yeti, essere semi-leggendario, che agisce troppo spesso da deus ex machina. Nonostante questo, Il piccolo Yeti, che ha ottenuto buoni incassi al botteghino e ha ricevuto in generale critiche piuttosto positive, rimane un piacevolissimo film da vedere in famiglia, un’avventura dolce e divertente, in grado di accontentare grandi e piccini e di andare oltre i più comuni stereotipi sul mondo orientale.

Scegliere un film 2020

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