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Il ragazzo e l’airone


TITOLO ORIGINALE: Kimi-tachi wa dō ikiru ka (“Voi come vivrete?”)
REGISTA: Hayao Miyazaki
SCENEGGIATORE: Hayao Miyazaki
PAESE: Giappone
ANNO: 2023
DURATA: 124'
ATTORI: con le voci italiane di Giulio Bartolomei, Federica De Bortoli, Chiara Gioncardi, Stefano Dori, Lucrezia Marricchi, Rodolfo Bianchi,
SCENE SENSIBILI: alcune scene di tensione potrebbero impressionare i bambini sotto i 5-7 anni
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Giappone, 1944. Mentre la Guerra del Pacifico si avvia alla conclusione, Mahito (12 anni) lascia Tokyo per trasferirsi in campagna con il padre, che, dopo la morte della mamma di Mahito, si è risposato con la sorella di lei. Il ragazzo fatica ad ambientarsi, finché non incontra un misterioso airone cinerino, che lo spinge a intraprendere un viaggio nell’Aldilà… o nella sua mente?

Un successo inaspettato?

Il ragazzo e l’airone è il dodicesimo film d’animazione diretto da Miyazaki, regista instancabile che, all’età di 83 anni, sta già pensando alla sua prossima opera. La fama di Miyazaki giustifica almeno in parte l’enorme successo della pellicola, che ha vinto numerosi premi (attualmente è in corsa per l’Oscar) e ha incassato oltre 160 milioni di dollari, piazzandosi molto bene anche in Italia, dove è rimasta in cima alle classifiche per settimane. Un risultato sorprendente se si considera che, in Giappone, il lancio del film è stato preceduto da un’ardita campagna pubblicitaria: nessuna informazione sulla trama, niente trailer, nemmeno un poster. Certo, sono lontani i tempi in cui, a parlare di animazione giapponese nel nostro Paese, era una ristretta cerchia di fan. In un’epoca di forte giapponismo come quella attuale, in cui i manga si vendono in libreria e i romanzi nipponici fanno tendenza, era facile immaginare l’interesse che avrebbe suscitato un film sentito come il testamento del più acclamato animatore vivente. A fare da traino è stato anche il marchio dello Studio Ghibli, che negli anni ha tenuto fede alla promessa di fare animazione di qualità per una platea molto ampia. Ciò ha influito sulla ricezione ‘popolare’ di un lungometraggio difficile, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al cinema di Miyazaki, che qui affronta temi drammatici e impegnativi, come il lutto, il senso di colpa e la domanda sul male, ma sempre con la sensibilità di chi ha un occhio di riguardo per il pubblico giovane.

Riflettere, immaginare, crescere

Anni fa, Miyazaki raccontò un episodio della sua infanzia che non aveva mai rivelato a nessuno. Era il luglio del 1945 quando la sua città venne bombardata. La famiglia, che si era arricchita grazie alla florida industria degli aerei da guerra, possedeva un furgone e questo gli permise di scappare. Mentre tutto fuori bruciava, qualcuno, forse una donna con un bambino, chiese aiuto. Ma non c’era tempo di fermarsi e Miyazaki stesso, che pure avrebbe voluto salvarli, non disse nulla. Perché? Come mai a volte non riusciamo ad agire secondo coscienza? E cosa possiamo fare per migliorarci? Parla proprio di questo Voi come vivrete?, classico della letteratura giapponese per l’infanzia a cui rimanda il titolo originale del film. Il romanzo, pubblicato nel 1937 dallo scrittore Genzaburo Yoshino, colpì il giovane Miyazaki per i suoi ideali umanitari – con un’impostazione simile al nostro libro Cuore – e il tentativo di educare i bambini al pensiero indipendente, in un momento storico di oppressione delle libertà individuali. D’altro canto, Il ragazzo e l’airone non è un semplice adattamento, in quanto mescola narrativa orientale e occidentale (l’intreccio è ispirato a Il libro delle cose perdute dell’irlandese John Connolly), con i ricordi personali di Miyazaki e il suo ricco immaginario fantasy, tra antiche rovine e porte che si aprono su mondi diversi. Da Dante e Böcklin, da Magritte a Ranpo, dai miti greci al folklore scintoista, sono tante le citazioni disseminate nel film. Tuttavia, ad arrivare dritta al cuore dello spettatore è la rappresentazione, vivida e reale, del trauma della perdita. Emozioni come la rabbia e la tristezza – ma anche il desiderio di continuare a vivere – vengono esplorate nell’alternarsi di sequenze oniriche e surreali con altre più prosaiche, tutte splendidamente animate (noterete che le buffe domestiche della casa di campagna di Mahito hanno ognuna una camminata diversa), e accompagnate dalle magiche musiche di Joe Hisaishi. Il sogno diventa quindi occasione per il protagonista di guarire le sue ferite e riscoprirsi amato, dando un senso al dolore che prova.

Maria Chiara Oltolini

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