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Il richiamo della foresta

Il richiamo della foresta


TITOLO ORIGINALE: The Call of The Wild
REGISTA: Chris Sanders
SCENEGGIATORE: Michael Green
PAESE: Usa
ANNO: 2020
DURATA: 100'
ATTORI: Harrison Ford, Dan Stevens, Omar Sy, Karen Gillan
SCENE SENSIBILI: qualche scena di combattimento e di violenza nei limiti di genere
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

California, fine ‘800. Il grosso e pasticcione cane Buck, abituato a vivere negli agi, viene rapito dalla villa del giudice a cui appartiene per essere venduto come cane da slitta per i cercatori d’oro del Klondike. Giunto in Alaska dopo un viaggio lungo e pieno di stenti, impara cosa significa la “legge del bastone” e passa di mano in mano a diversi padroni: Perrault, un francese che, insieme alla compagna, consegna la posta negli avamposti sperduti dei cercatori d’oro, Hal, un feroce viaggiatore alla ricerca di fortuna, e John Thorton, un eremita dal cuore buono ma tormentato dai fantasmi del suo passato. Mentre si spinge nella profondità delle terre selvagge dell’Alaska, però, Buck comincia a sentire sempre più forte il richiamo della foresta…

Un Jack London adatto per tutta la famiglia

Ennesimo adattamento del romanzo di avventura di Jack London del 1903, Il richiamo della foresta di Chris Sanders (regista di film d’animazione di successo come Lilo&Stitch, Dragon Trainer e I Croods) mira innanzitutto a essere un film di intrattenimento per tutta la famiglia. Proprio in questa direzione vanno diverse scelte fatte dagli autori come, ad esempio, la decisione di eliminare tutte le scene troppo violente. A differenza di come avviene nel romanzo di London, infatti, qui Buck impara la “legge del bastone” quasi in astratto, senza che la vediamo mai veramente applicata su di lui, e non si abbandona mai, come invece sarebbe nel suo istinto, alla violenza (lo vediamo rincorrere delle lepri per il puro gusto di farlo, ma poi lasciarle andare, e anche quando sconfigge l’husky Spitz, leader della muta di cani che consegna la posta e suo acerrimo nemico, si limita a sottometterlo, ma senza ucciderlo). Questa scelta di eliminare qualsiasi aspetto troppo violento, specialmente nei confronti degli animali, aiuta a rendere il romanzo di London, peraltro piuttosto crudo in alcuni passaggi, adatto anche ai più piccoli.

Animali realistici e umani anche se interamente digitali

Il cane Buck è enorme, simpatico e “travolgente” (nel senso letterale del termine). Sotto questo punto di vista, gli autori hanno rinunciato all’espediente (così tipico dei film con protagonisti animali, anche quando realizzati in live-action) di far parlare il protagonista, anche solo con una voce pensiero. In questo modo, Buck risulta sì empatico e capace di attitudini e comportamenti quasi umani (declinati spesso in chiave comica), ma rimane sempre e comunque un cane. Diversi critici hanno lamentato il fatto che il personaggio di Buck sia stato realizzato interamente al computer (con un attore deputato a simularne le movenze sul set) e non, invece, interpretato da un cane in carne ed ossa. Posto che il Buck animato risulta piuttosto credibile e non finto come i personaggi di tanti prodotti in live-action recenti, il fatto di averlo realizzato al computer ha consentito agli animatori di lavorare molto sulle sue espressioni e sulle numerose gag comiche, magari non sempre realistiche, ma funzionali all’obiettivo di intrattenimento che il film si prefigge.
Molto belli anche gli scenari naturalistici del film e, soprattutto, il messaggio finale: dopo aver conosciuto vari padroni che, nel bene o nel male, gli hanno tutti insegnato qualcosa, Buck diventa finalmente padrone di se stesso, ritornando a quella natura a cui, in fondo, è sempre appartenuto.

Scegliere un film 2020

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