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In guerra per amore


TITOLO ORIGINALE: In guerra per amore
REGISTA: Pierfrancesco Diliberto (Pif)
SCENEGGIATORE: Michele Astori, Marco Martani, Pif
PAESE: Italia
ANNO: 2016
DURATA: 99'
ATTORI: Pif, Andrea Di Stefano, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Miriam Leone, Samuele Segreto, Stella Egitto
SCENE SENSIBILI: qualche accenno di violenza.
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Sono gli anni Quaranta, quelli della migrazione all’estero di tanti Italiani in cerca di fortuna. Tra questi c’è Arturo, che, sbarcato a New York da Palermo, si innamora della bellissima Flora, anch’essa siciliana. I due vorrebbero sposarsi, ma l’imminente matrimonio combinato della giovane con Carmelo, figlio del braccio destro del Boss Lucky Luciano, ostacola i loro progetti di felicità. L’unico modo per mandare a monte l’unione tra Flora e Carmelo prevede che Arturo vada in Sicilia a chiedere al padre della ragazza la mano della sua amata. Arturo, che non ha un quattrino, si arruola nell’esercito americano e sbarca nella siciliana Crisafullo, dove la sua duplice missione di liberare l’Italia da Mussolini e di chiedere Flora in sposa gli consente di assistere alla consegna del potere in mano alla Mafia. Come il Tenente Philip Catelli denuncia, infatti, gli Alleati Americani hanno sottratto l’Isola a un Dittatore, Mussolini, per consegnarla ora ad un altro: la Mafia, appunto.
Arturo ne è inconsapevole testimone e quando il suo amico – il tenente Catelli – diventa la prima vittima del nuovo Sistema, il giovane, che nel frattempo ha ottenuto Flora in sposa, si assegna una nuova missione: tornare in America e denunciare il nuovo pericoloso ordine della Storia.

La Mafia durante la Seconda Guerra Mondiale

Già noto per lo stile curioso e profondo che lo contraddistingue sin dalle sue prime presenze televisive, Pif con In guerra per amore conferma la propensione investigativa storico-sociale della sua arte. Come nel suo primo lungometraggio – La Mafia uccide solo d’estate – anche qui al centro della narrazione c’è la Mafia. Per descriverla, Pif passa attraverso la vita delle persone comuni, manipolate e ingabbiate dal potere della criminalità organizzata. È così che nasce una commedia sentimentale in cui l’amore e i suoi protagonisti sono solo il pretesto narrativo per raccontare un tema più ampio, profondo e doloroso: le origini – anzi il ritorno – della Mafia in Sicilia.

Una denuncia storico-sociale ancorata nei fatti

Per attribuire fondatezza e credibilità alla denuncia di cui il film si fa portavoce – soprattutto considerato che la vicenda di Arturo e Flora è di fantasia – il regista dichiara la sua fonte storica. Ovvero il rapporto scritto in cui un Comandante dell’Esercito americano, sbarcato in Sicilia e qui attivo nei primi mesi della Liberazione, esprime profonda preoccupazione di fronte alla evidente responsabilità degli Alleati Americani nel favorire la rinascita della Mafia nell’Isola.
Pif è bravo nell’esprimere in modo profondo e pacato una denuncia molto forte nei contenuti e complessa nei risvolti storico-politici (anche se la facile equazione DC = Mafia avrebbe avuto bisogno di qualche precisazione in più). L’equilibrio tra il tono del racconto, lo stile e la narrazione rendono la visione comunque piacevole. Certamente triste e malinconica in alcuni tratti, carica di simbologia tagliente e sarcastica che rende il testo denso di significato, immediato per un pubblico adulto, più complesso per un giovane spettatore.

Un bellissimo ritratto della Sicilia degli anni Quaranta

Al di là della denuncia storica che Pif propone, In guerra per amore è un bellissimo ritratto della Sicilia degli anni Quaranta, in cui l’adesione a un valore – che sia la Fede, il Potere Politico o la Patria – e la difesa di esso sono tratti radicati nei suoi abitanti. La scena finale del film descrive questo atteggiamento e sembra voglia sconfessare le accuse di quanti attribuiscono solo all’inerzia e alla mancanza di combattività il proliferare della Mafia. Se c’è una responsabilità, questa nasce molto più in alto del livello della gente comune.

Maria Luisa Bellucci

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