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Instant Family


TITOLO ORIGINALE: Instant Family
REGISTA: Sean Anders
SCENEGGIATORE: Sean Anders. John Morris
PAESE: Usa
ANNO: 2018
DURATA: 119'
ATTORI: Mark Wahlberg, Rose Byrne, Octavia Spencer, Joan Cusack, Isabela Moner
SCENE SENSIBILI: nessuna
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Pete ed Ellie Wagner sono una coppia sulla quarantina, realizzata dal punto di vista lavorativo e affettivo. Improvvisamente, però, si accorgono che nella loro vita manca qualcosa: un figlio. Decidono dunque di imbarcarsi nel difficile viaggio dell’adozione, che si complica ulteriormente quando ai due viene proposto di prendere in affido non un bambino solo, ma ben tre, di cui una, Lizzie, in piena fase adolescenziale. Tra crisi di pianto, urla, profondi sospiri e tante risate, Pete ed Ellie si daranno da fare per costruire la loro nuova famiglia, riscoprendosi anche come coppia…

Genitori all’improvviso

Il tema dell’affido/adozione e delle difficoltà di ritrovarsi improvvisamente catapultati nel mondo dei genitori, senza aver svolto prima un vero e proprio “periodo di training”, è particolarmente diffuso in questo genere di film, solo apparentemente leggeri. Basti pensare al bellissimo e commovente Instructions Not Included (2013), da cui è stato tratto il remake francese Famiglia all’improvviso (2016), oppure al più vecchio Quando meno te lo aspetti (2004), in cui la brillante e supercool zia Helen (Kate Hudson) si trova improvvisamente a dover fare da mamma a tre «bambini soli e molto impauriti», dopo la morte dei genitori in un incidente.
Anche nel caso di Instant Family, si gioca sul numero tre: la presenza di tre piccoli protagonisti – Lizzie, Juan e Lita – consente al film di esplorare il tema del rapporto genitori- figli su una scala crescente di difficoltà. Se, infatti, è per certi versi abbastanza facile diventare genitori di Lita (5 anni) e di Juan (8 anni), ben diverso è conquistarsi la fiducia e l’affetto di Lizzie, quindicenne arrabbiata e fin troppo abituata a svolgere il ruolo di adulta responsabile nei confronti dei fratelli minori.
Instaurare un legame con Lizzie risulta per Pete ed Ellie particolarmente complesso, perché la ragazzina ha bisogno di libertà, di amore, ma anche – e soprattutto – di riscoprire in sé quella bambina che la vita le ha impedito di essere.

Le difficoltà che comporta accogliere nella propria vita un altro essere umano

La novità maggiore di Instant Family consiste nel fatto di scegliere come protagonista una coppia non ossessionata dalla mancanza di un figlio. All’inizio del film, Pete ed Ellie sono felici e innamorati: la loro vita è, apparentemente, perfetta.
Ed è proprio questo fatto di sentirsi, prima di tutto, realizzati come coppia che consente loro di mettersi in discussione e di provare ad allargare la famiglia, aprendosi alla possibilità di un figlio.
In un mondo come quello di oggi, in cui troppo spesso i figli sembrano essere l’unico traguardo possibile e desiderabile, se non addirittura il cemento per tenere unita la coppia, Instant Family va decisamente controcorrente. E così, una decisione presa con apparente leggerezza e sull’onda delle emozioni, si scontra con le difficoltà che comporta accogliere in casa propria e nella propria vita un altro essere umano, bisognoso di attenzioni, di affetto, ma anche dello spazio necessario a curare le ferite e a riempire le mancanze di cui ha sofferto fino a quel momento. Il tutto moltiplicato per tre.

Un’ottima commedia

Instant Family sembra aver trovato, in questo senso, la formula perfetta, mescolando momenti ironici e dissacranti (si pensi, ad esempio, agli incontri con le psicoterapeute del centro d’adozione, impegnate a ricordare ai futuri genitori che un figlio non è una merce perfetta acquistabile in un negozio e sostituibile in qualsiasi momento), episodi di comicità quasi slapstick (soprattutto in relazione al figlio di mezzo, Juan, particolarmente sfortunato e predisposto a farsi male) e scene fortemente emotive e commoventi (in special modo, appunto, quelle che riguardano Lizzie, interpretata da un’ottima Isabela Moner, estremamente credibile nei panni di una bambina che si sforza di essere donna). Il risultato è un’ottima commedia, che ci ricorda che, anche attraverso la leggerezza e le risate, possiamo imparare qualcosa.

Scegliere un film 2019

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