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Io sono Mia


TITOLO ORIGINALE: Io sono Mia
REGISTA: Riccardo Donna
SCENEGGIATORE: Monica Rametta
PAESE: Italia
ANNO: 2019
DURATA: 90'
ATTORI: Serena Rossi, Maurizio Lastrico, Lucia Mascino, Dajana Roncione, Antonio Gerardi, Nina Torresi, Edoardo Pesce, Corrado Invernizzi
SCENE SENSIBILI: nessuna
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L’ascesa, il successo, la fuga di Mia Martini: tutti gli eventi più importanti della vita della cantante sono raccontati attraverso l’espediente finzionale di un’intervista, dialogo in più ore in cui la Martini si confida con una giornalista, pochi giorni prima del ritorno al Festival di Sanremo con il brano Almeno tu nell’universo.

Se non sai cosa vuol dire “soffrire” non puoi sapere cosa vuol dire “amare”

«Il segreto di una grande interprete […] è capire esattamente il senso della gioia o del dolore che stai raccontando, perché nelle canzoni si interpreta sempre un’emozione […] e se non sai cosa vuol dire “soffrire” non puoi sapere cosa vuol dire “amare”». Lo diceva, in un’intervista, Mia Martini (nome d’arte rubato a Mia Farrow e all’alcolico Martini, all’anagrafe Domenica Rita Adriana Bertè) e in queste sue parole possiamo ritrovare tutto il cuore del biopic Io sono Mia, distribuito tre giorni al cinema e trasmesso, dopo poco, in televisione. Non è un’operazione facile quella di raccontare la vita di un’artista morta a soli 48 anni.

Storia di una vita

Un’artista che ha davvero conquistato il pubblico per le sue interpretazioni e perché la sua arte arrivava al cuore di chi andava ai suoi concerti, di chi partecipava alle sue esibizioni. Gli elementi essenziali e biografici del film sono stati raccolti negli incontri che la sceneggiatrice Monica Rametta ha avuto nel corso degli anni con chi l’ha conosciuta in vita, tra le quali sua sorella Loredana Bertè e l’amica Alba Calia. L’artificio narrativo che tiene compatti i decenni sui cui è costruita la sceneggiatura è un’intervista che una giornalista (Lucia Mascino) è “obbligata” a chiedere a Mia Martini (Serena Rossi). Obbligata perché lei è a Sanremo (siamo nel 1989) e vorrebbe intervistare Ray Charles. E l’ufficio stampa di Sanremo la “costringe” a interessarsi alla Martini, che sarà sul palco con Almeno tu nell’universo. Suo malgrado l’intervista ha luogo, nonostante la ritrosia di entrambe le donne. Mia si è infatti ritirata dalla scene da alcuni anni, i suoi successi, le sue hit, il suo pubblico sono stati cancellati da una voce che è diventata un boomerang: la sua presenza non è infatti gradita perché si dice che porti sfortuna. E lei, ora, non si fida più degli altri. Lo capiamo dopo. Nel film gli eventi salienti ci sono. Come l’esordio al fianco del produttore discografico Alberigo Crocetta (il bravo Antonio Gerardi), che la scopre in un locale e la impone con la canzone Padre davvero. Come il successivo trionfo di Piccolo uomo e Minuetto, la canzone scritta da Franco Califano (in un’interpretazione veloce ma indimenticabile di Edoardo Pesce), fino all’incontro con l’amore. E in questo il film prende le distanze dalla vita: Ivano Fossati (che ha imposto la sua assenza alla produzione del film) è stato il suo grande amore nella vita, mentre nel film Mia si innamora di Andrea, un fotografo che non vuole realizzare scatti su di lei perché è interessato a cogliere la realtà. C’è anche lo spazio per raccontare la tournée con Charles Aznavour (Corrado Invernizzi) fino all’operazione alle corde vocali (nella vita vera ne ha subite due) che ne cambia la voce.

Un degno tributo a Mia Martini

Lo spazio creato dal regista e dalla sceneggiatura e dedicato alle scene musicali è perfetto. Perfetta è la voce dell’attrice Serena Rossi (che si è imposta sul grande schermo con Ammore e malavita – sua la scena indimenticabile della versione napoletana di What a feeling –, e con il doppiaggio ne Il ritorno di Mary Poppins), calda e vibrante, perfetto è il montaggio del successo europeo del singolo Minuetto, perfetti sono i vestiti, compresi i tanti anelli di Mia. Perfette sono quelle scene in cui (anche Renato Zero, come Ivano Fossati, non ha voluto far parte del film) si inserisce Tony, estroverso e femminile, che diventa amico delle due sorelle. Se il sentimento avvolge lo spettatore provocando in lui un’identificazione tale con la storia e con le canzoni, imperfetta è invece la costruzione dello spazio che il difficile carattere, il buio (è molto solare la protagonista Serena Rossi) e l’ostracismo dell’ambiente hanno riempito la vita di una delle artiste di cui in Italia si sente la mancanza. Limiti a parte, Io sono Mia è un racconto popolare ben rifinito, un film tv per le famiglie, senza sbavature e ammiccamenti, che riscalda il cuore per chi ha amato una cantante come Mia Martini.

Scegliere un film 2019

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