Jurassic World: La rinascita

In seguito a un incidente di laboratorio, l’isola dei dinosauri nel centro dell’Oceano Atlantico è stata abbandonata, insieme a ogni parco a tema. Quindici anni dopo, i dinosauri sembrano essere tornati un ricordo del passato… ma un impero farmaceutico è interessato al DNA degli esemplari più grandi rimasti nell’isola, e invia una spedizione per recuperarlo…

Dinosauri e pop corn…

Nonostante con il precedente Jurassic World: Dominium sembrava che la saga iniziata nel 1993 e ripresa nel 2015 avesse trovato una sua conclusione, i dinosauri tornano sullo schermo, con la stessa storia di sempre: qualche minuto per chiedersi perché infilarsi in una missione suicida e darsi la solita risposta – i soldi e l’emozione di vedere dal vivo i giganteschi rettili del passato – e poi due ore di stupore tra effetti e speciali e animatronics (usati sempre meno, ormai).

Insomma, il ritorno di David Koepp alla sceneggiatura, padre del primo Jurassic Park insieme all’autore dei romanzi Micheal Chrichton e al regista Steven Spielberg, non ha portato novità, citando anzi molto dei precedenti film: su tutte, i nostalgici apprezzeranno l’eccitante scena con il T-Rex e quella poetica con gli spinosauri in amore.

I tentativi di attualizzare il racconto ponendo come motivazione della spedizione l’avidità delle case farmaceutiche è apparso goffo, come il breve discorso lasciato ai personaggi messicani, che si fanno forza tra loro nella giungla dei dinosauri come nell’America di oggi.

Alla fine di due ore godibili grazie alla regia di Gareth Edwards, già dimostratosi ottimo nelle saghe cinematografiche come Star Wars e Godzilla, rimane la sensazione di un film nato esclusivamente per l’intrattenimento per tutti, senza badare troppo alla profondità: da gustare e poi lasciare in sala insieme alla scatola dei popcorn che, proprio come i sequel di Jurassic Park, hanno sempre lo stesso sapore.

…un’accoppiata vincente

Ma proprio come i popcorn, i dinosauri vendono: il film nelle prime settimane di uscita ha già incassato il doppio di quanto speso nel già cospicuo budget, che ha convinto attori del calibro di Scarlett Johansson e Mahershala Ali (Premio Oscar 2019 in Green Book).

Forse il segreto sta proprio nel proporre sempre la stessa ricetta… soprattutto in un’America che guarda sempre più con nostalgia al passato. E allora, avanti con i fossili!

Claudio F. Benedetti