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La ragazza del treno


TITOLO ORIGINALE: The Girl on the Train
REGISTA: The Girl on the Train
SCENEGGIATORE: Erin Cressida Wilson, tratta dall’omonimo romanzo di Paula Hawkins
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 112'
ATTORI: Emily Blunt, Haley Bennet, Rebecca Ferguson, Justin Theroux
SCENE SENSIBILI: alcune scene di violenza e di sesso.
1 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 5

Ogni giorno Rachel Watson passa con il treno davanti alla bellissima villa dove ha vissuto per anni con l’ex marito, che adesso vi abita con la nuova moglie, Anna. Ossessionata dal suo passato, Rachel spia le vite degli altri dal finestrino del suo convoglio. In particolare la sua attenzione viene catturata da una giovane coppia che sembra l’immagine della felicità. Soprattutto la ragazza, Megan, dà l’idea di avere e di essere tutto quello che Rachel desidera. O almeno così sembra. Quando Megan scompare, le indagini della polizia portano a Rachel che però, a causa delle frequenti amnesie dovute all’abuso di alcol, non ricorda niente di quella sera. Se fosse proprio lei la colpevole?

Tre donne, tre verità

Tratto dall’omonimo best seller che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, La ragazza del treno racconta la storia di tre donne, Rachel, Megan e Anna, le cui vite si intrecciano e fatalmente si determinano l’una con l’altra. Come se quel treno, che in qualche modo le lega, rappresentasse l’inesorabilità di un destino che le ha fatte incontrare.
Rispetto al libro, dove mediante la suddivisione in capitoli le tre protagoniste raccontano dal proprio punto di vista lo stesso lasso di tempo scandito dai passaggi del treno, il film conserva lo stesso stile introspettivo e l’interesse per i risvolti psicologici dei personaggi, rinunciando quasi completamente alla coralità del racconto. Nella pellicola infatti assurge a protagonista assoluta Rachel, la “vera” ragazza del treno. È attraverso il suo punto di vista, parziale e menomato dalle amnesie causate dall’abuso di alcolici, che lo spettatore viene condotto alla scoperta della verità. Una verità che quasi sempre confligge (e questo sembra essere uno dei temi centrali del film) con la percezione di essa, che invece è soggettiva e per questo mutevole e ingannevole al tempo stesso.

Una regia voyeuristica e intimamente invadente

Declinazione di questo aspetto, portato alle estreme conseguenze, è il risvolto voyeuristico del film, che mette in scena da una parte un’inclinazione molto attuale e diffusa nella società odierna (soprattutto incentivata dai media e da internet), dall’altra – e per reazione alla prima – l’ancestrale paura di essere spiati e invasi. Questa tematica è sottolineata perfettamente anche dallo stile registico, volutamente “invadente” nell’infilarsi fra le pieghe inaccessibili delle vite dei personaggi. La macchina da presa infatti stringe molto su di loro, sempre alla ricerca di dettagli inediti, quasi a voler entrare nelle loro menti per svelarci perfino i pensieri più reconditi. Una scelta stilistica forse morbosa e pruriginosa ma, almeno in questo caso, non fine a se stessa e al servizio drammaturgico del film.

Rientrare in contatto con la parte di vera di sé

La pellicola inoltre ha tanti punti di contatto con il cinema hitchcockiano (in particolare non mancano le analogie con Io ti salverò, il cui protagonista, alla stregua di Rachel, è tormentato da amnesie e sensi di colpa). Come in molti film del maestro del brivido, La ragazza del treno unisce alla tensione di un thriller psicologico la struttura del racconto tipica del giallo, che procede per sottrazione di informazioni fino allo svelamento della verità. Verità che, a dirla tutta, si intuisce un po’ troppo presto. Persino questo “difetto” però sembra cercato, perché libera lo spettatore in vista del climax del film, consentendogli di lasciarsi coinvolgere emotivamente dal cambiamento della protagonista. Proprio nella scena finale, infatti, Rachel recupera la memoria e insieme ad essa riprende contatto con la parte più vera e profonda di sé, superando le sue paure e le sue insicurezze.

Gabriele Cheli

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