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Le ragazze di Wall Street

Le ragazze di Wall Street


TITOLO ORIGINALE: Hustlers
REGISTA: Lorene Scafaria
SCENEGGIATORE: Lorene Scafaria
PAESE: Usa
ANNO: 2019
DURATA: 110'
ATTORI: Constance Wu, Jennifer Lopez, Julia Stiles, Lizzo
SCENE SENSIBILI: numerose scene di droga e a contenuto erotico, utilizzo di un lessico volgare.
1 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 5

Dorothy, conosciuta con il “nome d’arte” di Destiny, lavora come lap dancer al Moves, un locale di New York frequentato principalmente da uomini d’affari di Wall Street. Qui, Dorothy fa la conoscenza di Ramona, una ballerina particolarmente procace e sexy, che diventa per lei una sorta di mentore. Quando, nel 2008, la crisi finanziaria dimezza drasticamente il numero dei clienti, Dorothy e Ramona, insieme a un gruppetto di altre spogliarelliste, mettono su un piano per mantenersi a galla e incrementare i loro affari. Il piano consiste nell’adescare, drogare e derubare i ricchi uomini a cui si accompagnano…

La vendetta contro il mondo maschilista di Wall Street

Basato sulla storia vera raccontata nell’articolo del New York Magazine The Hustlers At Score, scritto dalla giornalista Jessica Pressler nel 2015, Le ragazze di Wall Street è un film che, in totale contrasto con il mondo in cui è ambientato – in cui le donne sono semplici oggetti del desiderio maschile e i loro corpi mercificati – vuole in qualche modo essere femminista. Non a caso, infatti, le protagoniste sono tutte donne e ogni personaggio maschile presente nel film viene dipinto, alternativamente, come infame o stupido. Agli uomini vengono attribuite tutte le colpe, tra cui il crollo della borsa di Wall Street. Questo è l’incidente scatenante che spinge le protagoniste a progettare un piano che, mentre consente loro di arricchirsi profumatamente, costituisce anche una sorta di “vendetta” nei confronti di un mondo dove, apparentemente, i soldi e il potere sono tutti concentrati in mani maschili. Il film propone infatti, in più occasioni, l’immagine di una città (New York), di un Paese (gli Stati Uniti) e di un mondo (quello moderno) visti come una sorta di grande strip club, in cui “c’è chi lancia i soldi e chi balla”. Gli unici mezzi per sopravvivere a una realtà simile sono l’astuzia (presentata come una prerogativa del tutto femminile) e la “sorellanza”, un legame di amicizia e supporto su cui il film insiste ripetutamente (le protagoniste, infatti, si attribuiscono il nomignolo di “sisters”).

Un film superficiale e sterile

Malgrado ricostruisca abbastanza fedelmente una storia vera (o, forse, proprio per questo), il film presenta alcuni difetti evidenti. Innanzitutto, i personaggi sono imbastiti in modo piuttosto superficiale. L’unica dotata di un po’ di buon senso e capace di mostrare una qualche emozione è la protagonista, mentre le altre (persino Jennifer Lopez, di cui il film cerca di sfruttare al massimo le doti di ballerina istrionica e sexy) finiscono per essere puramente funzionali alla trama, e non personaggi veri e propri.
Inoltre (e in contrasto con il genere, che oscilla tra commedia, dramma e poliziesco), il film manca di picchi drammatici e momenti davvero avvincenti: dopo un lungo set up, in cui ci viene presentata la vita quotidiana delle protagoniste, la storia prosegue con un andamento quasi documentaristico, privo di veri episodi di crisi o pericolo. Non si capisce, inoltre, l’utilità della cornice narrativa (ambientata nel 2014, in cui una giornalista, Elizabeth, evidente alter ego della Pressler, intervista Dorothy e Ramona): passi il fatto di collocarla all’inizio e alla fine del film, per tirare un po’ le somme della storia, ma perché continuare a riproporre l’alternarsi tra passato e presente, dal momento che il personaggio della giornalista non è per nulla caratterizzato e la rottura tra le due protagoniste, a cui si accenna ripetutamente, non viene mai davvero raccontata?
Ma, forse, il difetto maggiore de Le ragazze di Wall Street consiste nel totale rifiuto di una qualche riflessione morale sul comportamento delle protagoniste. Ad eccezione di un vago senso di colpa in Dorothy, le altre proseguono per la loro strada, del tutto convinte della bontà delle loro azioni per riuscire a sopravvivere in un mare di squali. E, se questo poteva essere credibile all’interno di un reportage che si proponeva di raccontare una storia priva di sentimentalismi, ma traboccante di ambizione e rivalsa sociale, una volta che la storia viene trasposta sul grande schermo, risulta inevitabilmente sterile.

Scegliere un film 2020

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