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Manchester by the Sea


TITOLO ORIGINALE: Manchester by the Sea
REGISTA: Kenneth Lonergan
SCENEGGIATORE: Kenneth Lonergan
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 142'
ATTORI: Casey Affleck, Kyle Chandler, Michelle Williams, Lucas Hedges, Gretchen Mol, Matthew Broderick
SCENE SENSIBILI: un paio di scene sensuali, turpiloquio
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

La morte improvvisa del fratello maggiore Joe costringe Lee Chandler, custode tuttofare, a tornare nella sua cittadina natale. Lì scopre che il fratello lo ha designato come tutore legale del figlio sedicenne Patrick, e così Lee sarà costretto ad affrontare, oltre il lutto, i fantasmi del suo tragico passato…

L’esperienza e la pietas del lutto

Autore di opere teatrali e sceneggiatore per grandi registi (suoi i copioni di Terapia e Pallottole e Gangs of New York), Kenneth Lonergan qui si riconferma autore di grande sensibilità, capace di entrare con profondità e pietas nell’esperienza del lutto, sia quello di un adulto ferito dalla vita o quello di un adolescente preso nel mezzo di un’età difficile e piena di sfide.
Il film è sorretto dall’interpretazione di Casey Affleck, che ormai da tempo non ha più bisogno di dimostrare il suo talento (già eccellente nel debutto alla regia del fratello Ben, Gone Baby Gone, negli anni non ha fatto che riconfermarsi), affiancato da un ottimo cast, in cui spiccano il giovane Lucas Hedges e il veterano Kyle Chandler.

Rapporti familiari scevri da ogni sentimentalismo e ipocrisia

La storia non procede in modo lineare ma svela i suoi segreti progressivamente: la resistenza di Lee a tornare nel paese natale, in cui sembrerebbe essere stato felice; la difficoltà e la complicazione dei rapporti famigliari (il fratello defunto aveva una moglie, alcolista, che a un certo punto aveva abbandonato lui e il figlio, ma si è poi rifatta una vita con un nuovo compagno molto devoto); una tragedia del passato che ha spazzato via una famiglia ma non ha distrutto l’amore.
I tasselli del puzzle vanno a comporsi progressivamente complicando una scelta già di per sé non facile: il solitario Lee, infatti, dovrebbe farsi carico dell’educazione del nipote, diviso tra impulsi adolescenziali e un dolore difficile da esprimere.
Proprio il tratteggio del rapporto zio-nipote, scevro da ogni sentimentalismo e ipocrisia, ma proprio per questo autenticamente doloroso, è uno degli elementi più belli e toccanti della pellicola.
La tragedia che ha fatto di Lee un uomo chiuso e a disagio con i sentimenti è di quelle da melodramma e il flashback che la rivela, accompagnato da una musica quasi esorbitante, non fa nulla per contenerne la portata.
Altrove, invece, la pellicola sceglie la via della leggerezza (per esempio quando segue le peripezie sentimentali di Patrick, che è disposto a usare della sua perdita anche per portare avanti il complicato ménage con due fidanzate), come a ribadire che la vita continua anche dopo le peggiori disgrazie, proprio come le stagioni che si avvicendano a Manchester, sciogliendo il ghiaccio dell’inverno e lasciando finalmente lo spazio alla sepoltura (letterale e metaforica) del passato – e forse a un’ipotesi di rinascita nel futuro.

Il perdono come unica chiave possibile per ricominciare

Di fronte alle difficoltà di Lee, Lonergan non fa sconti e non sceglie la soluzione facile e consolatoria, ma offre una prospettiva umanamente positiva, lasciando aperta la porta a un perdono che è l’unica chiave possibile per ricominciare. Un perdono che talvolta è più difficile concedersi che offrire e che non può mai essere una via solitaria.
Lonergan è un autore che ha dimostrato già in passato un grande amore per i suoi personaggi e anche qui riesce – pur con qualche lungaggine che un montaggio più severo avrebbe potuto eliminare – a trasmettere la stessa simpatia umana, che non si lascia vincere né da limiti né da dolori e sconfitte.

Laura Cotta Ramosino

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