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Maria e l’amore


TITOLO ORIGINALE: Maria rêve
REGISTA: Lauriane Escaffre e Yvo Muller
SCENEGGIATORE: Lauriane Escaffre e Yvo Muller
PAESE: Francia
ANNO: 2022
DURATA: 93'
ATTORI: Karin Viard e Grégory Gadebois
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Maria è una donna di mezza età che da tempo sopperisce alla disoccupazione del marito facendo le pulizie per un’anziana signora. Quando perde improvvisamente il lavoro, però, si adopera subito per trovare un nuovo impiego. L’occasione giunge con un colloquio presso l’Accademia di Belle Arti di Parigi, dove c’è bisogno di una persona in più per i turni di pulizie. Catapultata in un mondo pieno di giovani creativi, performance e opere contemporanee, Maria è inizialmente spaesata e trova un aiuto nell’eclettico custode dell’edificio, Hubert. Mentre il rapporto con il marito soffre della nostalgia che quest’ultimo prova per la sua patria natia, il Portogallo, e per alcune ferite aperte con la figlia Charlotte, ormai adulta e indipendente, Maria sembra trovare gradualmente il proprio equilibrio nell’Accademia, anche grazie al sincero rapporto di amicizia con la studentessa Naomie. Ma riuscirà Maria a conciliare questo nuovo equilibrio con la vecchia sé stessa?

Vive la France!

Maria e l’amore è solo l’ultima delle commedie francesi che, negli ultimi anni, hanno approcciato il mercato cinematografico italiano riscuotendo in alcuni casi anche successi inaspettati: si pensi al fenomeno Quasi amici o alle fortune hollywoodiane de La famiglia Bélier (di cui qui ritroviamo la straordinaria attrice Karin Viard). Fedele al genere, Maria e l’amore sviluppa una trama semplice e lineare, dove al pubblico non si regalano grandi colpi di scena ma personaggi ben tratteggiati e a cui è facile affezionarsi. In questo caso, poi, la centralità assoluta della protagonista è sostenuta anche dalla performance di un’attrice di grande esperienza come la Viard. È grazie a lei se lo spettatore non può che provare una forte tenerezza di fronte allo spaesamento iniziale di Maria alle prese col pazzo mondo dell’Accademia di Belle Arti.

L’importanza dell’arena

Proprio l’ambientazione all’interno dell’Accademia regala alla storia un surplus di originalità che rende il film particolarmente piacevole a livello estetico, con riprese interessanti tra opere d’arte contemporanea e performance artistiche. In Maria e l’amore, infatti, l’arena non rimane un semplice fondale su cui far muovere i personaggi, ma diventa parte integrante del racconto.
C’è, però, nella sceneggiatura una certa superficialità nel trattare il tema dei sentimenti, che la fanno da padrone su circostanze, rapporti pregressi e vita di tutti i giorni: in un’ottica molto francese – appunto – la passione e l’innamoramento sembrano essere l’unica chiave possibile per la felicità di Maria. Pur giocando molto sull’ironia, alla fine, il film propone una morale per cui, a comandare nella vita, dovrebbe essere la contingente esigenza affettiva di ciascuno di noi, senza tener conto di nient’altro, nemmeno delle persone che abbiamo accanto.
In conclusione, Maria e l’amore rimane una storia godibile e girata con grazia, che tuttavia non raggiunge il livello di altri titoli che i cugini d’Oltralpe hanno reso indimenticabili.

Rachele Mocchetti

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