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Natale da Chef


TITOLO ORIGINALE: Natale da Chef
REGISTA: Neri Parenti
SCENEGGIATORE: Alessandro Bencivenni, Gianluca Bomprezzi, Domenico Saverni, Neri Parenti
PAESE: Italia
ANNO: 2017
DURATA: 105'
ATTORI: Massimo Boldi, Dario Bandiera, Enzo Salvi, Paolo Conticini, Biagio Izzo, Rocio Munoz Morales; Francesca Chillemi.
SCENE SENSIBILI: turpiloquio, allusioni sessuali.
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Gualtiero Saporito è convinto di essere un grande cuoco. In realtà tra pentole e fornelli combina un disastro dopo l’altro, al punto da mettere in serio pericolo la sopravvivenza del ristorante gestito con la moglie Beata. La donna quindi, per il bene della famiglia, decide di “licenziare” il marito.
Gualtiero però non demorde e, determinato ad avere la sua rivincita, cerca fortuna altrove. Sembra trovarla subito grazie a Furio Galli, un losco individuo che per ripianare i debiti della sua ditta di catering, deve perdere la gara d’appalto per il prossimo G7. Per raggiungere l’obiettivo nessuno è più adatto di Gualtiero, che sembra davvero il peggiore chef in circolazione. Al suo fianco, a completare la squadra di “invincibili”, un aiuto cuoco che ha perso il senso del gusto, un sommelier astemio e una sedicente pasticcera, la cui unica attitudine dolciaria è quella di uscire a sorpresa dalle torte…

Il film ad hoc per aspiranti cuochi

Come si evince dal titolo, l’ambientazione culinaria di Natale da Chef è la ragion d’essere del film che per il resto presenta i più tradizionali, e per questo rassicuranti ingredienti che da decenni caratterizzano la ricetta dei cinepanettoni, per usare una quanto mai calzante metafora gastronomica.
Non è necessario essere cultori del genere per capire che anche questa non sia una scelta particolarmente originale (anche in A Natale mi sposo, sempre prodotto dalla Mari Film di Boldi, l’attore milanese interpretava un cuoco) ma d’altra parte si rivela un’esca efficace in un Paese che negli ultimi anni, tra talent, reality e trasmissioni televisive, si è scoperto popolato da milioni di aspiranti cuochi.

Un cinepanottone all’altezza delle (basse) aspettative

Il risultato è un film onesto che, come tutti i cinepanettoni, rispetta le aspettative (basse) del pubblico, e perché no, strappa anche qualche sorriso. Ovviamente con un occhio sempre più rivolto al botteghino piuttosto che alla qualità, a cominciare dal solito cast allargato che, senza nulla togliere alla bravura degli attori, sembra studiato a tavolino per attirare il pubblico di ogni età, genere e provenienza geografica. E allora oltre ai soliti e consolidati Boldi, Salvi e Izzo, ormai una sorta di certificato di appartenenza al genere, troviamo l’immancabile quota rosa, con le televisive Rocio e Chillemi, e la sempre efficace Milena Vukotic, che fa da gancio alla tradizione della commedia italiana, interpretando una vedova sommessa e castigata che tanto ricorda l’indimenticabile Pina Fantozzi.
Per il resto, come dicevamo, la qualità è quella che è. La scrittura è efficace solo in rari sprazzi di comicità, il plot è scarno e i personaggi sono bidimensionali. La regia è ovviamente essenziale, statica e datata, ma d’altra parte ha il merito di valorizzare la libertà espressiva degli attori, vere e proprie maschere, che portano in scena gli eterni conflitti che contraddistinguono il nostro Paese: nord contro sud, ricchi contro poveri, onesti contro disonesti.

Un film del nostro tempo

Alla fine forse il punto di forza dei cinepanettoni sta proprio in questo, e cioè che sono sempre profondamente attuali nel loro raccontare mode, tendenze e personaggi protagonisti del proprio tempo (“indimenticabile” la scena in cui i potenti del G7 rigettano le pietanze cucinate da Gustavo), sempre con leggerezza (leggi superficialità) e un po’ di pepe. C’è da dire che rispetto alle origini del genere, adesso sono tendenzialmente più “castigati”, nella rinuncia ad esibire nudità o scene di sessualità esplicita, ma la comicità è immancabilmente pruriginosa e fioccano ad ogni minutaggio e latitudine doppi sensi a sfondo sessuale. Per questo, nonostante qualcuno abbia provato a sdoganarli, rimangono film poco adatti alle famiglie.

Gabriele Cheli

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