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Nido di vipere


TITOLO ORIGINALE: Jipuragirado japgo sip-eun jimseungdeul
REGISTA: Kim Yong-hoon
SCENEGGIATORE: Kim Yong-hoon
PAESE: Corea del Sud
ANNO: 2020
DURATA: 108'
ATTORI: Youn Yun-Hung, Jeon Do-yeon e Jung Woo-sung
SCENE SENSIBILI: violenza, sangue, una breve scena sensuale
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Una borsa piena di denaro unisce e corrompe le vite di delinquenti, poliziotti e comuni cittadini, in una spirale di violenza generata dall’avidità che conquista tutti.

Dalla Corea con furore

Sulla scia del successo globale di Parasite, le sale italiane distribuiscono con qualche anno di ritardo il film che ha sbancato i botteghini dei cinema coreani nel 2020. Nido di vipere è un film forse ancora più spendibile sul mercato internazionale del film premio Oscar di Bong Jon-hoon: sicuramente è più pop, con personaggi e atmosfere che strizzano l’occhio agli appassionati del genere action americano. D’altronde la Corea del Sud ha dimostrato negli ultimi anni di sapere influenzare la scena pop mondiale con i propri prodotti, soprattutto nel campo della musica. Nido di vipere segue questa scia proponendo un film action che parte da un mcguffin classico: la borsa piena di soldi, come quella di Pulp Fiction. E anche l’intreccio ricorda molto il film di Tarantino.

Trama semplice, intreccio originale

Sebbene la storia parta proprio da una borsa piena zeppa di banconote, non è dato sapere quale ne sia l’origine per buona parte del film. Gli autori nascondono questo tipo di informazioni, anche se importanti, per rivelarle allo spettatore nel momento più adatto al ritmo serrato del film, che può così partire in medias res senza bisogno di troppe spiegazioni.
Nido di vipere propone una linea crescente di tensione che coinvolge mano a mano tutti i personaggi presentati, unendone le trame apparentemente separate attraverso una fabula aggrovigliata, ma che una volta trovato il bandolo della matassa – le origini della borsa – si dipana soddisfacendo l’attesa dello spettatore: ogni casella del puzzle va al suo posto e si chiarisce anche il tema del film, ovvero l’avidità che spinge tutti indistintamente a mettere le mani sull’oggetto del desiderio. Non importa per quale ragione i vari personaggi vogliano impadronirsi della borsa, se vogliano spendere i soldi contenuti al suo interno per motivi nobili o abietti: la cupidigia li corrompe tutti allo stesso modo, creando una catena che il finale del film suggerisce diventare infinita.

Claudio F. Benedetti

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