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Noi siamo tutto


TITOLO ORIGINALE: Everything, everything
REGISTA: Stella Meghie
SCENEGGIATORE: J.Mills Goodloe, tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Yoon
PAESE: Usa
ANNO: 2017
DURATA: '96
ATTORI: Amandla Stenberg, Nick Robinson
SCENE SENSIBILI: nessuna
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La diciottenne Madeline è affetta da una grave malattia che la costringe a rimanere rinchiusa in casa. La sua vita cambia completamente quando incontra il vicino di casa Olly, che fa nascere in lei il desiderio di uscire alla scoperta del mondo.

Un adattamento che non convince

Il romanzo di Nicola Yoon ha scalato le classifiche Usa, con una storia delicata e profonda che affronta il tema della malattia nell’adolescenza. Nel panorama cinematografico l’argomento non è nuovo e si inserisce in un filone già percorso da Colpa delle Stelle e da altre pellicole simili.
Purtroppo però quello che sulla carta aveva commosso un pubblico vastissimo, sullo schermo rischia di deludere. I due protagonisti (Amandla Stenberg e Nick Robinson), volti ben noti agli adolescenti, non convincono in questo ruolo così drammatico che interpretano in modo poco espressivo.
La sceneggiatura, troppo piatta e lineare, crea un’aspettativa in colpi di scena che non soddisfano, anzi tendono ad evidenziare alcuni buchi della storia.

Spunti narrativi privati della loro potenza drammatica

Non c’è un vero e proprio antagonista né un intreccio chiaro. Madeline ha sempre vissuto una vita pacifica con la madre, la morte del padre e del fratello arriva come notizia ormai elaborata da tempo nella psicologia di entrambe, mentre in realtà poi si rivelerà essere il vero motivo di tutto ciò che costituisce il colpo di scena finale. Non c’è un crescendo di tensione nel rapporto tra madre e figlia, e nemmeno tra Madeleine e Olly. Il ragazzo, di cui viene appena accennato un rapporto difficile con i genitori, è da subito talmente gentile con lei da far presagire un momento di rottura che non arriva mai.
Non è che non ci siano spunti narrativi, semplicemente non sono colti e sviluppati in tutta la loro potenza drammatica.
Madeline di fatto è una reclusa, non solo tra le quattro mura di casa, ma nel cuore di sua madre che non accetta di lasciarla vivere la sua vita.
Olly è un ragazzo normale, che però irrompe nella quotidianità della ragazza come qualcosa di assolutamente unico, di prezioso sotto ogni punto di vista.

Lasciar andare i propri figli nel mondo

Di fatto il dramma che si affronta, utilizzando l’elemento estremo della malattia, è quello che accade più o meno in ogni famiglia quando un figlio cresce. La madre non vorrebbe mai lasciarlo andare, ha il timore del pericolo che c’è all’esterno. Spetta al padre il compito di lanciare il figlio nel mondo, e se il padre, come in questo caso, è assente, la madre rischia di soffocare ciò che ama di più. E’ una novità, un rapporto reale e allo stesso tempo eccezionale, che irrompe nella vita e dona il coraggio di aprire la porta di casa, esattamente come fa Madeline, e uscire fuori alla scoperta della bellezza. La bellezza di amare ed essere amati, la bellezza della natura, del mondo, e soprattutto di se stessi.
Insomma Noi siamo tutto è un film potenzialmente pieno di tematiche interessanti, sia per gli adolescenti che per i loro genitori, peccato per la sceneggiatura che, con un po’ di sforzo in più, avrebbe potuto renderlo un film indimenticabile.

Ilaria Giudici

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