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Oceania


TITOLO ORIGINALE: Moana
REGISTA: Ron Clements, John Musker
SCENEGGIATORE: Jared Bush
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 107'
ATTORI: voci italiane di Emanuela Ionica, Fabrizio Vidale, Angela Finocchiaro
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Vaiana è la giovane figlia del capo della comunità di Motunui, piccola isola polinesiana che pare un angolo di paradiso. Presto ne diventerà la guida e suo padre non riesce a concepire per lei destino migliore. Ma Vaiana, suggestionata anche dai racconti di nonna Tala, ha un altro istinto, solcare l’Oceano. E quando un oscuro male minaccia l’isola, rompe gli indugi e si mette in viaggio. La sua missione? Restituire alla dea della natura, Te Fiti, il cuore che anni addietro le è stato sottratto dal semidio Maui. E ad aiutarla in quella difficile missione sarà proprio il mutaforme ladro.

Torti da sanare e ferite da curare

Vaiana è una protagonista diversa rispetto a tutte le altre principesse Disney. Vive su un’isola felice, ha entrambi i genitori e persino la nonna. Il suo regno non è minacciato da nemici oscuri. Certo ci sono delle difficoltà, ma paiono superabili. A muovere la storia è allora un richiamo che Vaiana sente nel cuore sin da quando era bambina, quello di viaggiare, uscire dalla barriera corallina, solcare le onde. Ad alimentare questo sogno la nonna paterna che le racconta la leggenda di un torto da sanare, una ferita da curare. A causarla Maui, semidio che mille anni prima ha rubato a Te Fiti, l’isola madre, il suo cuore. Finché questa ferita non verrà sanata, le spiega, la vita di Matanui non potrà mai considerarsi davvero felice. La natura infatti è morente e la felicità a tempo determinato.

Il rischio di scivolare in un individualismo sfrenato

A Vaiana non serve altro per tradire il divieto paterno, abbandonare il suo destino di regina e mettersi in viaggio. Come compagno, altra novità, non il solito animale antropomorfo e parlante, ma un pollo stralunato che pigola e punta sempre dalla parte sbagliata. Primo obiettivo? Convincere proprio il famoso ladro, il semidio Maui, ad aiutarla a restituire il maltolto. Ne scaturisce così un’avventura coinvolgente, con prove sempre più ardue e nemici sempre più pericolosi. Un’avventura che però rischia fortemente di rimanere fine a se stessa. Dopo il successo di Frozen in cui per la prima volta a salvare la principessa non è il principe, ma la sorella, la Disney ha infatti cercato di spingersi ancora più in là nell’abbattimento dei cliché. In questo caso Vaiana si salva addirittura da sola e all’amore non viene concesso nemmeno un accenno. Ma questo ha un prezzo salato. Certo Vaiana salva il suo popolo e lo riporta alla sua natura di marinai, ma sembra che questo non le costi nessuna fatica, nessuna rinuncia, non le insegni nulla, non la migliori. L’unico principio che conta, sembra dire la pellicola, è onorare la propria natura, un principio certamente valido, ma che non può ignorare il prossimo, altrimenti rischia di scivolare verso l’individualismo sfrenato, una delle malattie più pericolose dei nostri giorni. Insomma Vaiana imparerà anche a essere una brava marinaia, ma a cosa le serve se rimane un’isola?

Andrea Valagussa

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