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Parlami di te


TITOLO ORIGINALE: Un Homme Pressé
REGISTA: Hervé Mimran
SCENEGGIATORE: Hervé Mimran, Hélène Fillières
PAESE: Francia
ANNO: 2018
DURATA: 100'
ATTORI: Fabrice Luchini, Lëila Bekhti, Rebecca Marder, Igor Gotesman, Clémence Massart-Weit
SCENE SENSIBILI: nessuna
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Alain Wapler è un uomo egoista e concentrato solo sul proprio lavoro. L’arrivo imprevisto di un ictus lo obbliga a fermarsi, a ricominciare da zero e a scoprire ciò che fino a quel momento non aveva mai visto – o voluto vedere.

La storia di un viaggio che nessuno è pronto ad intraprendere

Il film Parlami di te (titolo originale Un Homme Pressé), racconta la storia semplice di Alain Wapler, un self-made man che a causa di un ictus perde il controllo di sé e della propria vita.
Alain, che all’inizio è un uomo freddo, antipatico e scostante con tutti, a seguito della malattia cerca di negare l’evidenza, prova a ricominciare da dove si era fermato, come se non fosse successo niente. Ma l’ictus, come nella maggior parte dei casi, ha delle conseguenze: Alain ha infatti perso la capacità di creare frasi di senso compiuto. Diventa quindi ridicolo agli occhi degli altri, e questo, per la prima volta nella sua vita, lo fa sentire in difetto, non più padrone delle cose o delle persone.
Ecco che deve reimparare a parlare, a comunicare, a farsi capire. Ad ascoltare. È l’inizio di un viaggio che non aveva messo in conto, e che inizialmente non è pronto ad intraprendere.

Un finale potente per un film non banale

La prima metà del film – che risulta più lenta, a tratti noiosa e poco incisiva – è la parte in cui Alain, nonostante tutto, rimane attaccato con le unghie e con i denti a quello che lo definisce, a ciò per cui vive da sempre: il suo lavoro. Combatte per mantenere tutto com’era, affinché nulla cambi. È la fase della negazione, e della testardaggine che lo caratterizza, tanto che fa spostare il suo intero ufficio a casa sua per non perdere nemmeno un giorno di lavoro. Una guerra contro i mulini a vento, che lo sfinisce, lo estenua, e lo rende ancora più solo.
La seconda metà del film prende invece un ritmo diverso, più intimo e intenso – ed è quasi un peccato che questa intensità non sia distribuita su tutto il film –, un ritmo che coincide con la riscoperta di Alain della vita stessa. Una riscoperta “obbligata”, non cercata e in parte subita, ma allo stesso tempo stupefacente. Alain questa volta combatte per scoprire chi è diventato, per scoprire chi ha attorno e per imparare a dare un nuovo peso alle cose. Per ricominciare da zero.
Si snoda quindi, nella sua semplicità, una serie di avvenimenti in cui Alain si lascia trascinare dalle cose, come un bambino, come se vedesse il mondo – e le persone – per la prima volta.
Parlami di te è un film che risulta leggero, a tratti molto ironico grazie ai personaggi secondari ben costruiti ma anche e soprattutto al personaggio del protagonista, che, tra le tante cose che riscopre, conosce forse per la prima volta il sorriso, e piano piano la felicità. Impara a ridere di se stesso, dei propri errori e dei propri difetti, e così riesce a guardare le cose da una prospettiva nuova.
Nella sua semplicità, Parlami di te è un film che centra il punto, senza troppe pretese ma senza nemmeno scelte banali. È un film che, nonostante le lentezze iniziali, offre un finale potente, e che restituisce allo spettatore la certezza che nella vita si può sempre ricominciare.

Scegliere un film 2019