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Pinocchio


TITOLO ORIGINALE: Guillermo del Toro's Pinocchio
REGISTA: Guillermo del Toro e Mark Gustafson
SCENEGGIATORE: Guillermo del Toro e Patrick McHale
PAESE: USA e Messico
ANNO: 2022
DURATA: 121'
ATTORI: con le voci di Gregory Mann, Ewan McGregor, David Bradley e Ron Perlman; in italiano Ciro Clarizio, Massimiliano Manfredi, Bruno Alessandro e Mario Cordova
SCENE SENSIBILI: tematiche delicate, scene cupe
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Italia, Prima Guerra Mondiale. Geppetto vive felicemente in un piccolo villaggio insieme a Carlo, figlio ubbidiente e amorevole. In seguito ad un bombardamento aereo però, il bambino rimane ucciso e Geppetto cade in un profondo stato di prostrazione che lo inchioda al dolore per molto tempo. Finalmente una sera, dopo essersi ubriacato, l’uomo decide di fabbricare un burattino di legno che possa, non si sa come, prendere il posto di Carlo nel suo cuore. Terminato il suo capolavoro, mentre giace svenuto nel laboratorio, riceve la visita di uno spirito del bosco (la fata turchina?) che dà vita al burattino, per regalare un po’ di gioia al disperato falegname. Ma Pinocchio manifesta subito la sua indole esuberante e poco incline al rispetto delle regole, e allora per mantenere l’ordine fascista nel piccolo villaggio, Geppetto viene costretto dal potestà e dal parroco a mandare suo figlio a scuola. Ma nella storia di Pinocchio, come ben sappiamo, gli imprevisti e le tentazioni si nascondono dietro ogni angolo…

Pinocchio o no?

È il primo lungometraggio d’animazione di Guillermo del Toro che del genere fantastico ha fatto uno dei principali marchi di fabbrica e in questa occasione sceglie la tecnica dello stop motion per mettere in scena una delle storie per ragazzi più famose e raccontate.
Il film in realtà è una rivisitazione molto libera del romanzo di Collodi, in cui il regista riesce a muoversi con una certa disinvoltura tra le colonne portanti della struttura drammaturgica, trasformando, tagliando e accorpando a piacimento personaggi e svolte narrative, ma mantenendo comunque inalterata la bellezza della versione originale.
¬Anche in “questo” Pinocchio infatti c’è al centro la dilemmatica lotta tra bene e male che trova nel cuore di ogni uomo il suo principale campo di battaglia, raccontando il passaggio che il piccolo protagonista deve fare dall’egocentrismo infantile all’amore maturo, che è soprattutto onestà e sacrificio. Da qui però lo sguardo si allarga includendo aspetti assenti o comunque marginali nel romanzo: il rapporto tra vita e morte (il burattino scopre presto di essere immortale, a differenza di suo padre), il tema dell’identità e del doppio (deve imparare ad essere se stesso e non una fotocopia di Carlo), le problematiche educative tra genitori e figli.
Questa densità di contenuti sia a livello tematico che di trama, è forse da considerare un difetto, per paradosso, perché alla lunga rischia di appesantire la fruizione e di rendere il film meno accessibile soprattutto per i più piccoli, anche perché alcuni argomenti sono estremamente delicati e richiedono una certa maturità (o l’accompagnamento di un adulto) per essere recepiti e metabolizzati. Inoltre, un tono generalmente cupo e alcuni dettagli violenti lo rendono poco adatto ai bambini piccoli.

Una storia fantastica

In un certo senso, va nella stessa direzione – ovvero di selezionare un pubblico più adulto – la scelta di ambientare la storia nell’Italia del ventennio fascista, coniugando gli elementi fantastici classici con il realismo storiografico (anche questo binomio è una caratteristica ricorrente in alcuni film del regista, come Il labirinto del fauno o La forma dell’acqua). È senza dubbio una scelta coraggiosa che conferisce originalità ad una storia ormai abbondantemente esplorata, ma d’altra parte ha costretto l’autore ad impelagarsi in una complicata ricostruzione storico politica che risulta inevitabilmente ambigua, soprattutto per quanto riguarda i rapporti descritti – seppur in maniera macchiettistica – tra regime fascista e Chiesa cattolica (che nel film sostanzialmente vanno a braccetto).
Ad ogni modo, il film visivamente è davvero benfatto, si potrebbe definire un piccolo capolavoro, a cominciare dalla qualità dell’animazione, per arrivare alla fotografia, la ricchezza scenografica e la cura dei minimi particolari.

Gabriele Cheli

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