SCEGLIERE UN FILM

Quello che non so di lei


TITOLO ORIGINALE: D’après une histoire vraie
REGISTA: Roman Polanski
SCENEGGIATORE: Olivier Assayas, Roman Polanski
PAESE: Francia
ANNO: 2017
DURATA: 110'
ATTORI: Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Perez, Damien Bonnard, Domique Pinon.
SCENE SENSIBILI: turpiloquio, scene di tensione nei limiti del genere.
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Delphine è una scrittrice famosa e apprezzata e ha appena pubblicato un bestseller, dedicato alla madre. Proprio a causa di quest’ultimo romanzo, la donna inizia a ricevere lettere anonime, che l’accusano di aver messo in piazza affari privati della famiglia. Turbata, abbandonata dai figli ormai adulti e fidanzata con un giornalista letterario premuroso, ma fisicamente poco presente, la donna trova conforto e sostegno in Elle, una giovane e affascinante ghost writer che presto diventa sua amica. Elle si insinua nella sua vita, tanto da andare a vivere a casa sua e finisce, poco alla volta, per manipolarla, con un attaccamento da vera stalker.

Una storia interamente al femminile

L’ultimo film di Polanski, ricco di riferimenti colti, da Misery non deve morire a Hitchcock, fino alle pellicole di Olivier Assayas, con cui il regista polacco ha scritto a quattro mani la sceneggiatura, è una storia interamente al femminile, che tiene lo spettatore inchiodato fino alla fine.
Quello che non so di lei si gioca su alcuni temi chiave, tra cui il doppio e il binomio realtà/finzione (il nome della protagonista è lo stesso della scrittrice del romanzo da cui è tratto il film, Delphine de Vigan).
Delphine ed Elle sono due personaggi speculari: ciascuna gioca a sfruttare l’altra. Elle si serve di Delphine per fare ciò che vuole e insediarsi nella sua vita; Delphine si serve di Elle, per trovare materia narrativa per il suo nuovo romanzo. Nessuno interagisce con Elle se non Delphine ed è da qui che nasce il dubbio sull’esistenza reale della donna. Il finale, però, non dà risposte certe, ma costringe lo spettatore a ripercorre i dettagli seminati lungo tutto il film, per trovare la sua risposta personale.

Due interpretazioni magistrali Seigner e Green

Ottime le interpretazioni di Emmanuelle Seigner (moglie di Polanski e interprete in diversi suoi film) ed Eva Green, rispettivamente Delphine ed Elle, che danno credibilità a due personaggi che vivono una relazione personale a tratti incomprensibile: Delphine, infatti, schiva e riluttante a stare in mezzo alla gente, si sottomette facilmente alla personalità di Elle, che si presenta fin da subito come colei in grado di consigliarla al meglio, soprattutto dal punto di vista professionale. In crisi creativa e personale, depressa, stanca, Delphine ha bisogno più che mai di qualcuno a cui delegare non solo le scocciature più urgenti, ma la sua stessa esistenza. Man mano che Elle acquista potere nella sua vita, tanto da allontanarla dagli amici e dagli editori, Delphine si fa sempre più debole. Non interviene quando Elle perde il controllo o quando le fa delle scenate di gelosia. Non si preoccupa se la giovane donna fruga tra i suoi appunti letterari senza il suo consenso o le ruba l’identità.
Lo spettatore assiste all’evoluzione del loro rapporto, fino a quando la storia vira decisamente verso il thriller, suggerendo soluzioni all’apparenza scontate, ma poi volutamente non esplorate (come la scena in cui Delphine, con la gamba ingessata, si dirige in cantina attraverso una botola e lo spettatore teme che Elle la chiuda dentro).

Un film intrigante, che lascia più domande che risposte

Polanski, a cui vengono riconosciute, ancora una volta, precisione e pulizia formale, si abbandona a un noir che avrebbe potuto essere scritto, girato e prodotto oggi come cinquant’anni fa, in quanto raccoglie e condensa soluzioni, immagini e cliché tipici del genere.
I temi affrontati sono di grande interesse, dal rapporto tra arte e vita (quanto i fatti accaduti nella realtà influenzano la finzione della scrittura?), alle relazioni personali che producono dipendenza, fino al tema del plagio.
Girato tutto sul filo dell’ambiguità, il film lascia aperte alcune domande: Elle è reale o frutto della fantasia di Delphine? Quanto di quello che vediamo è davvero accaduto? Chi ha scritto il romanzo finale? Del resto, il fatto che Elle sia proprio una ghost writer non sembra del tutto casuale. Il ghost writer è da sempre una figura dietro le quinte e della cui esistenza non si ha mai assoluta certezza.
Come ha detto lo stesso Polanski “dev’essere il pubblico a decidere se Elle è un riflesso di Delphine, il suo doppio, uno spettro o una donna in carne e ossa”.
Un film intrigante, che lascia più domande che risposte.

Eleonora Fornasari

Tag: , , , , ,