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Scappa – Get Out


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SCENE SENSIBILI: numerose scene di violenza anche efferata.
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Chris, giovane e talentuoso fotografo di colore, parte per il week end con la fidanzata Rose, un po’ intimorito all’idea che sarà presentato ai “suoceri” bianchi che ignorano il colore della sua pelle. Nonostante le rassicurazioni di Rose, sul posto Chris resta molto teso, anche perché con l’andare del tempo ha sempre più l’impressione che la gentilezza quasi eccessiva dei suoi ospiti nasconda qualcosa di inquietante. Il suo amico Rod lo invita ad andarsene subito, ma Chris è troppo ben educato per lasciare la casa dei suoceri, anche se loro e i loro ospiti gli fanno venire i brividi. Quando finalmente intuisce la verità e si decide a scappare è forse troppo tardi…

Una critica politico-sociale tra commedia e horror

Scritto e diretto da Jordan Peele, che fino ad oggi era conosciuto come brillante comico televisivo, Get Out è un curioso ibrido di commedia e thriller con punte horror soprattutto nel sanguinoso finale, che punta alla critica politico-sociale attraverso un uso intelligente dei generi e l’alternanza dei toni: molta tensione ma anche numerosi momenti comici, soprattutto quando è in scena l’amico del protagonista, Rod, corpulento agente dell’antiterrorismo aeroportuale che per primo intuisce i pericoli a cui il protagonista va incontro.

La tensione della comunità nera nella società bianca “per bene”

Godibile ovviamente anche da un pubblico non americano, la pellicola ha avuto un successo davvero travolgente in patria perché capace di intercettare e reinterpretare il sentire di quella parte della comunità nera che non vive nei ghetti e al contrario sembra aver trovato un posto nell’ambito della società bianca “per bene”.
Chris, infatti, è un giovane fotografo con una certa notorietà e la sua fidanzata bianca, figlia di liberal progressisti, sminuisce le sue paure di fronte al fatidico incontro con i genitori di lei. Un inizio da Indovina chi viene a cena che gioca a costruire per tutta la prima metà del film un senso di tensione crescente e sottile, in cui le battute fin troppo scontate di questi bianchi così democratici non fanno che acuire il senso di disagio del protagonista.

Perpetuare i privilegiati ad ogni costo

È chiaro che il razzismo e la schiavitù (capace di trovare sempre nuove forme) sono davvero il “peccato originale” della società americana e Peele trova un modo diverso per segnalarne la persistenza, al di là delle convenzioni del politically correct, evitando di puntare in modo ovvio sullo spauracchio del pensiero reazionario di stampo repubblicano e invece andando a punzecchiare quella classe di privilegiati liberal che, senza preoccuparsi di trovare giustificazioni ideologiche, non si fa scrupoli a trovare ogni mezzo per perpetuare il proprio privilegio.
Per gli amanti della tensione il film è da non perdere (la parte gore è tutta nel finale), anche se alla lunga l’idea forse perde un po’ di slancio e la storia si accontenta di entrare nei meccanismi collaudati dell’horror, lasciandoci a fare il tifo per la sopravvivenza del protagonista.

Luisa Cotta Ramosino

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