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Se solo fossi un orso


TITOLO ORIGINALE: If Only I Could Hibernate
REGISTA: Zoljargal Purevdash
SCENEGGIATORE: Zoljargal Purevdash
PAESE: Mongolia, Francia, Svizzera, Qatar
ANNO: 2024
DURATA: 97'
ATTORI: Battsooj Uurtsaikh, Nominjiguur Tsend, Tuguldur Batsaikhan, Batmandakh Batchuluun
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Ulzii vive in una casa di pochi metri quadrati insieme a sua madre e ai suoi due fratelli. Ha un vero talento per la fisica, ma è combattuto tra il suo futuro e la cura dei suoi familiari.

Se solo fossi un orso ha tanti motivi per essere visto. Racconta un angolo nascosto della Mongolia ed è diretto dalla giovane Zoljargal Purevdash, la prima regista mongola ad essere selezionata al Festival di Cannes, edizione 2023, nella sezione Un Certain Regard.
Ha una storia semplice ma universale e racconta ciò che è davvero importante per ciascuno di noi. Protagonista del film, infatti, è Ulzii, un ragazzo adolescente, il primo della classe nelle materie scientifiche, soprattutto in fisica. Di mattina frequenta la scuola, mentre di pomeriggio lavora per portare un po’ di denaro in famiglia. Sua madre, analfabeta, non riesce a trovare lavoro, non ama il posto dove abitano e vive una nascosta depressione a causa della morte del marito.
Ulzii reagisce con responsabilità di fronte alla povertà in cui sono costretti a vivere. Si prende cura dei suoi fratelli e delle necessità familiari, ma riesce anche ad occuparsi di sé stesso, senza rinunciare al tempo per gli amici. Ma rispetto a loro e soprattutto ai suoi compagni, Ulzii dimostra un vero talento per le materie scientifiche, in particolare per la fisica. Uno dei suoi insegnanti lo nota e gli propone di partecipare ad un concorso nazionale dove potrà vincere una borsa di studio.
Allo stesso tempo la madre, che ha una dipendenza dall’alcool, non riesce ad essere assunta e d’accordo con Ulzii va in città a cercare lavoro. Tutto ad un tratto a lui non rimane che poco tempo che pensare al suo futuro.

Una storia quasi autobiografica

La storia di Ulzii è la storia di tante ragazze e ragazzi nati con un talento da coltivare. Sono persone speciali, che hanno una vera vocazione particolare all’interno della comunità in cui vivono.
Girato in Mongolia, negli stessi luoghi dove la regista ha vissuto e continua a vivere, nonostante il successo cinematografico, Se solo fossi un orso acquista più valore perché è una storia quasi autobiografica. Da adolescente la regista, infatti, come il protagonista del film, aveva una passione per la fisica e avvertiva la pressione materna per la costruzione del futuro. Nella scuola privata che frequentava, lontano dalla periferia dove abitava il resto della famiglia, Zoljargal ha poi compreso che la sua strada non sarebbe stata la fisica, ma l’arte.

I luoghi speciali del film

Il paesaggio di Se solo fossi un orso diventa un personaggio della storia attraverso il suo clima aspro, la sua neve, l’inquinamento e le distanze fisiche e morali tra capitale e luoghi periferici. In questi luoghi continuano ad esserci discriminazioni tra ragazzi che possono condurre una vita senza essere costretti a lavorare e quelli che sono costretti a cercare un lavoro anche solo per comprare il carbone necessario per abitare in una casa. Nei paesi limitrofi alla capitale, infatti, si usava e ancora si usa il carbone per riscaldarsi e per sopravvivere (la temperatura arriva a -30°) però si sa quanto il carbone sia nocivo per l’ambiente.
Se solo fossi un orso, raccontando l’ennesimo divario tra povertà e ricchezza, tra talento e responsabilità, tra paure e incertezze, parte da una storia personale che diventa universale fino ad abbracciare le più importanti questioni sociali della Mongolia, come l’inquinamento e la povertà.

Emanuela Genovese

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