SCEGLIERE UN FILM

Senza lasciare traccia


TITOLO ORIGINALE: Leave No Trace
REGISTA: Debra Granik
SCENEGGIATORE: Debra Granik, Anne Rosellini, dal romanzo di Peter Rock
PAESE: Usa
ANNO: 2018
DURATA: 109'
ATTORI: Ben Foster, Thomasin McKenzie
SCENE SENSIBILI: nessuna
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Un ex veterano con disturbo post traumatico vive con la figlia isolato dal mondo. Scoperti dalle autorità i due sono costretti a ritornare nella società civile.

Il peso della solitudine

Will (Ben Foster) e la figlia Tom (Thomasin McKenzie) conducono una vita eremitica nel parco nazionale dell’Oregon. L’uomo non riesce a stare in mezzo alla gente, e solo il contatto con la natura incontaminata sembra dargli un po’ di pace; almeno di giorno, perché la notte è ancora ossessionato dagli incubi delle esperienze passate. La figlia tredicenne è la sua unica compagnia: a lei ha insegnato l’arte della sopravvivenza fornendola di un’educazione scolastica ben superiore alla media. Quando però il loro micromondo viene sconvolto dall’arrivo delle autorità, i due vengono affidati immediatamente ai servizi sociali e costretti a fare i conti con la comunità. Will viene sottoposto a test per lui troppo pressanti, mentre la ragazza viene accolta da un’assistente sociale dallo sguardo gentile e materno.
Tutto intorno a loro sembra volerli accogliere un mondo positivo, solare, affettivo, e nemmeno troppo caotico. Le persone con cui vengono in contatto sono interessate semplicemente al loro benessere e cercano in tutti i modi di farli sentire a loro agio. E così Tom comincia ad aprirsi, a uscire dal silenzio e interessarsi agli altri. Una scoperta dopo l’altra, una condizione più felice e serena di quella spesso difficile a cui era abituata. Eppure il padre non riesce in alcun modo a adattarsi, non può stare con gli altri, e ben presto si decide a scappare di nuovo.

La necessità di diventare genitore del proprio genitore

Qui comincia il vero percorso di crescita, silenziosamente delineato in un continuo gioco di sguardi e sentimenti inespressi. Will fino a quel momento era stato per la figlia l’unico centro di gravità del suo mondo, ed è per questo che appena il padre la costringe a tornare nei boschi Tom, seppure con dolore, non esita a seguirlo, nemmeno quando la situazione si fa palesemente pericolosa per entrambi. Ma poi ecco un punto di svolta, in cui la figlia è chiamata a crescere prendendo coscienza della necessità di diventare genitore del proprio genitore. Lasciando spazio più al proprio disagio che al bene della figlia, Will finisce per mettersi nei guai, e Tom è costretta a riportare entrambi nella civiltà. Una semplice comunità che vive alla periferia del centro urbano, allevando api e affittando roulotte, accoglie nuovamente i due accettando di non chiamare i soccorsi. Così riprende per la seconda volta una vita tranquilla, silenziosa ma fatta di volti, sorrisi, condivisione. Tom capisce di non poterne più fare a meno.
Ed è qui che per la prima volta si rende necessario, evidente, il distacco. Will capisce che la figlia non può più seguirlo, è cresciuta, è diventata una donna che ha bisogno di vivere, non di nascondersi. Con un intenso abbraccio i due prendono strade diverse: lui si inabissa nella foresta per sempre, mentre lei rimane in quella nuova famiglia che ha ben compreso il profondo dramma di chi, come Will, non riesce a reinserirsi. È una separazione dolorosa ma totalmente positiva. Lui non è scomparso, ci sarà sempre da qualche parte, così come Tom, che ogni giorno aspetterà il padre vegliando sulla soglia, eppure vivendo pienamente la sua esistenza.
Un racconto profondo e delicato allo stesso tempo, che non ha bisogno di tante parole per mettere in scena le verità profonde dell’esistenza umana. Un rapporto tra padre e figlia che da simbiotico diventa libero: libertà di scappare, di rimanere, di soffrire, di crescere, di amare veramente.

Scegliere un film 2019

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