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Snowden


TITOLO ORIGINALE: Snowden
REGISTA: Oliver Stone
SCENEGGIATORE: Oliver Stone e Kieran Fitzgerald
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 134'
ATTORI: Joseph Gordon-Levitt, Shailene Woodley, Tom Wilkinson, Zachary Quinto, Ryhs Ifans, Nicolas Cage
SCENE SENSIBILI: una scena di sesso
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La vera storia del programmatore che ha reso pubblici i sistemi di sorveglianza informatica usati dal governo statunitense per controllare milioni di cittadini, in patria e no. Dal sogno fallito di entrare nell’esercito, all’ingresso nella CIA e poi nella NSA (l’agenzia specializzata nella guerra informatica) per servire il Paese con il computer, su Internet. L’amore per una coetanea progressista, l’emergere dell’epilessia, la difficoltà di un lavoro che richiede dedizione totale, la scoperta dei compromessi morali sempre più inaccettabili richiesti dai superiori, i rischi di un’azione clamorosa.

Un dilemma morale che non brilla

Un patriota non aiuta illecite trame imperialistiche, le fa saltare. È il messaggio di un thriller politico di livello medio. Tema svolto in modo diligente, con parti un po’ risapute anche per i non appassionati di questo genere di film.
Non la più creativa delle soluzioni il racconto in flashback a partire dalla cornice narrativa nel presente, nella stanza di un albergo di Hong Kong, con i giornalisti del Guardian e una documentarista pronti a raccogliere le rivelazioni – e i file top secret – di Snowden.
I dilemmi morali del protagonista sono esposti, più che davvero approfonditi. Si capiscono i suoi dubbi, ma le sue motivazioni profonde, il suo patriottismo, non sono esplorati; non sono oggetto di discussione con un antagonista colto, non ispirano dialoghi illuminanti, non si è mai sorpresi da un confronto che il Nostro abbia sulle questioni scottanti in cui è coinvolto. Sì, Snowden è un bravo ragazzo introverso che entra nella CIA. Sì, il suo capo è freddo e deciso e non va per il sottile. Però nessuno dei due è brillante e i confronti tra loro sono piatti.
Spesso si ha la sensazione che gli autori siano paghi del solo denunciare fatti scomodi per la coscienza americana (le major non hanno voluto distribuire la pellicola). Sembrano contare molto sulle scene in cui, davanti allo schermo di un PC pieno di schemi e di dati, i personaggi spiegano come, passando per Facebook, le chat, il cellulare, possono sapere tutto di tutti. Il privato di centinaia di milioni di persone non esiste. Però…

Una storia lasciata a metà

Però da un film di Stone ci si poteva aspettare di più. Il punto interessante è: cosa ci fanno poi con i dati trafugati gli Americani? Sì, cose come utilizzare i droni e spegnere le centrali elettriche, ma… e riguardo le email della gente? La pellicola, nel passaggio più esplicito – quando afferma che il terrorismo è il pretesto, non la ragione, per il controllo globale del privato – solleva la questione: “Ti ordinano di seguire la maggior parte dei leader mondiali e capi di industria, segui da vicino accordi commerciali, scandali sessuali, dispacci diplomatici… per dare agli Stati Uniti un vantaggio nei negoziati G8, una leva da usare con le compagnie petrolifere brasiliane, per aiutarli a far cadere un leader del Terzo Mondo che non sta al gioco…”.
Notevole. Aspetti che meritavano. Forse la vicenda Snowden non dava modo di articolare di più la denuncia. Resta il merito di aver puntato l’obiettivo su un affare grave e cruciale, perché la gente sappia.

Paolo Braga

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