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Spider-Man: Across the Spider-Verse


TITOLO ORIGINALE: Spider-Man: Across the Spider-Verse
REGISTA: Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson
SCENEGGIATORE: Phil Lord, Christopher Miller e David Callaham
PAESE: USA
ANNO: 2023
DURATA: 140'
ATTORI: voci italiane di Tommaso Di Giacomo, Roisin Nicosia e Emanuele Ruzza; in originale Shameik Moore, Hailee Steinfeld e Oscar Isaac
SCENE SENSIBILI: violenza nei limiti del genere
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Miles Morales è tornato alla sua doppia vita di sempre: studente a scuola, amichevole Spiderman di quartiere a Brooklyn, nella New York di Terra-1610B, il suo universo. Tuttavia, sente la mancanza degli altri Spiderman del Multiverso: in particolare quella di Gwen, la Spidergirl di Terra-65B. Quando finalmente Gwen verrà a fargli visita, Miles capirà presto che non si tratta solo di una gita di piacere, ma di un nuovo pericolo ultradimensionale.

Il ragnoverso: un’esplosione di avventura e colori

Dopo l’incredibile impatto di Spider-man: Un nuovo universo, che nel 2018 portò al cinema un nuovo modo di fare animazione con una tecnica che si ispirava a fumetti e a videogiochi, vincendo un meritato Oscar, l’abbinata vincente Sony/Columbia-Marvel si supera nuovamente con un sequel ancora più ambizioso. Across the Spiderverse è un tuffo caleidoscopico in centinaia di mondi dove l’unica costante è la presenza di un Uomo Ragno, diviso tra la lotta al crimine e quella contro se stesso. Il finale “to be continued”, che promette nel terzo e ultimo film di completare la storia di Miles, è l’unica delusione in due ore e mezza di pura emozione.
Se Spider-man: Un nuovo universo si affidava a una struttura narrativa tutto sommato lineare, per concentrarsi soprattutto a presentare il concetto di più universi e a far accettare agli spettatori la presenza di uno Spiderman per ognuno di essi, il sequel si permette di affrontare il tema fondante che si cela dietro al particolare tipo di eroe che l’Uomo Ragno rappresenta: il senso di colpa.

L’evento canonico: un fenomeno virale

Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Un mantra che ogni amante dell’Uomo Ragno conosce a memoria, perché è la base del suo impegno contro il crimine, il motivo per cui Peter Parker si mette il costume nonostante vestire i panni dell’eroe gli impedisca di concentrarsi sulla sua vita. E così studio, lavoro e amore passano in secondo piano o vengono perduti per sempre sull’altare della missione dell’eroe.
Quando l’Uomo Ragno vince, Peter perde: un’altra legge fondante del mito di Spiderman, in ogni universo. La morte di un proprio caro, che sia zio Ben, l’amata Gwen, o un mentore come il capitano Stacy. O una figlia, come accade a Miguel O’Hara, lo Spiderman di terra-298 e protettore del Ragnoverso. Un evento canonico, come viene chiamato in Across the Spiderverse, senza il quale un nuovo Spiderman non può nascere: il morso del ragno radioattivo conferisce i poteri, il senso di colpa insegna come usarli.
Un concetto che ha conquistato il pubblico più giovane: il canon event è diventato presto virale sui social, dove ogni ragazzo e ragazza ha riconosciuto nella sua vita un avvenimento fondante del proprio carattere o modo di affrontare la vita. Across the Spiderverse insegna che parlare di eroi fragili porta a riflettere su se stessi: un superpotere spesso dimenticato.

Claudio F. Benedetti

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