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The Great Wall


TITOLO ORIGINALE: The Great Wall
REGISTA: Zhang Yimou
SCENEGGIATORE: Carlo Bernard, Doug Miro, Tony Gilroy
PAESE: Usa/Cina
ANNO: 2016
DURATA: 104'
ATTORI: Matt Damon, Jing Tian, Pedro Pascal, Willem Dafoe
SCENE SENSIBILI: numerose scene di violenza e tensione
1 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 5

In un’epoca imprecisata del passato, due mercenari europei arrivano in Cina in cerca della leggendaria polvere nera, un antico prototipo della polvere da sparo. I due vengono catturati nel deserto dall’esercito cinese, ritrovandosi così nel mezzo di una guerra epocale contro orde di mostri verdi spuntati da chissà dove. Per salvarsi accettano di mettere a disposizione le proprie qualità di guerrieri in difesa della grande muraglia, in cambio della libertà e di un po’ di polvere nera…

Un colossal commerciale dalle troppo alte ambizioni

Inutile girarci intorno: già dal trailer, il film dà l’idea di mirare più alle esigenze di botteghino che a divenire una pietra miliare della storia del cinema. Ci sono tutti gli ingredienti per raggiungere un pubblico su scala mondiale: l’ambientazione cinese, la star hollywoodiana, il regista molto amato in occidente, in particolare in Europa, per pellicole che hanno vinto premi e riscosso il plauso di critica ed esperti (tra tutti Lanterne Rosse, Non uno di meno, Hero).

Battaglie epiche e una trama striminzita

Visivamente poi, il film strizza l’occhio agli appassionati del fantasy presentandosi come una sorta di Signore degli anelli in salsa cantonese. Dell’epica trilogia, The Great Wall conserva gli elementi caratteristici del genere, l’impianto scenografico delle grandi battaglie e la posta in gioco, ovvero la salvezza dell’umanità. Fotografia, costumi e combattimenti, quasi coreografici nelle scene di massa (non a caso è lo stesso regista che ha diretto anche la cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Pechino, nel 2008), sono le cose migliori del film e tengono il passo con la saga tolkieniana. Per tutto il resto meglio essere prudenti con i paragoni. A cominciare dagli effetti speciali che non impressionano più di tanto un pubblico che ormai è abituato a tutto e, onestamente, ha visto prodotti confezionati meglio anche da questo punto di vista.
A livello tematico, invece, il film mette in contrapposizione da una parte l’individualismo e la pragmaticità dei mercenari occidentali, che perseguono solo i propri interessi economici ma si distinguono per abilità e coraggio; dall’altra lo spirito di sacrificio e i grandi ideali dei cinesi, di cui la grande Muraglia è un po’ l’emblema. L’elevatezza morale dei soldati orientali che combattono per qualcosa di più grande di loro, mossi da un sovraumano senso di appartenenza, sottolinea inevitabilmente la bassezza dei cinici europei che comunque, prima della fine, hanno modo di riscattarsi con atti d’eroismo che rivelano un’inaspettata (fino ad un certo punto) nobiltà d’animo. Nonostante le inconciliabili differenze tra i due mondi raccontati, nel finale c’è spazio per lanciare il messaggio ecumenico che, in fondo, siamo tutti uguali. Anche questo tentativo di dare profondità e presa emotiva alla storia rimane però frustrato dall’esilità del plot (che non giustifica il raggiungimento di una tale verità) e dalla bidimensionalità dei personaggi.

Gabriele Cheli

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