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The legend of Tarzan


TITOLO ORIGINALE: The legend of Tarzan
REGISTA: David Yates
SCENEGGIATORE: Craig Brewer e Adam Cozad dai romanzi di Edgar Rice Burroughs
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 110'
ATTORI: Alexander Skarsgard, Margot Robbie, Sanuel L. Jackson, Christoph Waltz, Djimon Hounsou
SCENE SENSIBILI: scene di violenza e cruente nei limiti del genere, una scena lievemente sensuale.
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

John Clayton III, Lord Greystoke, il leggendario Tarzan, vive a Londra con la moglie Jane, quando gli viene richiesto di tornare in Africa, dopo otto anni di assenza, per guidare una spedizione congiunta con rappresentanti di Leopoldo, Re del Belgio e Re anche del Congo. Un americano, George Washington Williams, convince il riluttante Lord Greystoke a partire, perché vuole verificare se è vero che Leopoldo sta trattando in modo durissimo e gravemente ingiusto le popolazioni locali. La moglie non vuole lasciare andare John da solo e lo segue. Iniziano una serie di avventure in cui Tarzan è alleato delle popolazioni africane e anche delle scimmie che lo hanno cresciuto, e il ruolo dei cattivi è quello dei colonialisti belgi, guidati in Africa da un cattivissimo Léon Rom, interpretato – con l’efficacia a cui ci ha abituato – dall’attore Christoph Waltz.

Una delle pagine più nere del colonialismo europeo

Interessante tentativo di rilancio del personaggio di Tarzan delle scimmie (così si intitolava il libro di Burroughs che nel 1914 ha lanciato la saga) che rilegge le vicende con un occhio più attento al contesto storico: purtroppo quella del Re del Belgio fu una delle pagine più nere del colonialismo europeo, e proprio alcune delle cose che nel film sembrano più esagerate e colorite hanno purtroppo una ampia base di realtà storica.
L’americano “nero”, interpretato da Samuel L. Jackson, corrisponde infatti a un vero G.W. Williams che scrisse un report denunciando gli abusi dei rappresentanti di Leopoldo, che si era fortemente indebitato per costruire strade e ferrovie, ma ora voleva recuperare presto con oro e diamanti.

Un nuovo Tarzan da aggiungere all’immaginario contemporaneo

Il film ha avuto un riscontro di pubblico e di critica buono ma non caloroso. Tarzan è uno dei personaggi più universalmente noti dell’immaginario contemporaneo, e al Tarzan originale si sono aggiunte le mille riletture dei moltissimi film già prodotti e anche quella recente della Disney.
Un Tarzan dalla trama più articolata (certo non linearissima, su questo alcuni critici hanno ragione) e molto più aderente al personaggio originale dello scrittore, se ha fatto gioire alcuni veri fans di Burroughs, ha però deluso che si aspettava un adventure più lineare e più cinematograficamente classico.
Le maggior base di fondatezza storica non si mescola molto bene con alcuni cliché avventurosi e alcuni toni del film d’azione, ma nel complesso il film è piacevole e non lascerà delusi gli spettatori che amano il genere, mentre aiuta a comprendere qualcosa di più dell’atteggiamento predatorio delle potenze coloniali nei confronti di Paesi in teoria ricchissimi, ma che ancora oggi soffrono per essere stati sfruttati per arricchire gli europei, come il Congo.
Quello che si potevano risparmiare gli autori è sicuramente il caratterizzare il cattivissimo Léon Rom con una corona del Rosario (sta diventando un vezzo questo accostamento fra elementi religiosi e violenza), che egli usa – guarda un po’ – come arma inaspettata per alcune delle sue azioni più crudeli.

Armando Fumagalli

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