SCEGLIERE UN FILM

Una questione privata


TITOLO ORIGINALE: Una questione privata
REGISTA: Paolo e Vittorio Taviani
SCENEGGIATORE: Paolo e Vittorio Taviani, dal romanzo di Beppe Fenoglio
PAESE: Italia
ANNO: 2017
DURATA: 84'
ATTORI: Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy, Valentina Bellè, Francesca Agostini, Jacopo Olmo Antinori
SCENE SENSIBILI: violenza nei limiti del genere.
1 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 5

Milton e Giorgio sono amici da una vita: sono cresciuti nello stesso paesino delle Langhe e, dopo l’8 settembre, entrambi sono diventati partigiani. Durante una perlustrazione, Milton ritorna nella villa che i due avevano frequentato a lungo prima della guerra, per godere della compagnia della bella Fulvia, una giovane sfollata. La custode, si lascia sfuggire che forse qualcosa è successo fra Fulvia e Giorgio, dopo la partenza di Milton per l’esercito, e questi si trova improvvisamente roso da un dubbio a cui nessuno può rispondere, perché Fulvia è tornata a Torino e Giorgio è appena stato catturato dai fascisti. Decide così di liberarlo ad ogni costo, per scoprire la verità…

La potenza  delle immagini e del silenzio

Dopo Meraviglioso Boccaccio, i fratelli Taviani tornano nuovamente nelle sale con un film ispirato alla letteratura italiana, questa volta novecentesca: Una questione privata è infatti l’adattamento di un breve romanzo di Beppe Fenoglio. La sceneggiatura mostra un attaccamento quasi filologico al testo, sia nelle atmosfere (che oscillano tra un passato dai colori caldi e un presente perennemente nebbioso) che nelle battute dei personaggi. Il grosso lavoro dei fratelli Taviani è stato ridurle all’osso: ne emerge un film con più silenzi che parole, in cui lo spettatore è continuamente invitato ad ascoltare la potenza delle immagini.

Un’estetica enigmatica ed ostica al pubblico

Già nel racconto di Fenoglio la cornice narrativa è estremamente debole e si perde in un finale aperto (non per niente si tratta di un romanzo pubblicato postumo e forse incompiuto). A questo nel film si aggiunge una certa ambiguità sulle motivazioni che spingono il protagonista alla ricerca dell’amico, perché i suoi sentimenti, sia per Fulvia che per Giorgio, rimangono quasi sempre impliciti. Questo richiede una visione molto attenta da parte dello spettatore, che può portare a una profonda immedesimazione, ma potrebbe anche risultare noiosa o confusa ad un pubblico non abituato a questo tipo di estetica.
La recitazione di Luca Marinelli è estremamente intensa e sostiene senza problemi l’intera durata del film, mentre il personaggio di Fulvia risulta un po’ forzato nella sua eccentricità e, tutto sommato, più potente nel ricordo che sullo schermo. Ma forse è giusto così, perché è proprio nella memoria che lei esercita il suo ruolo da protagonista, ossessionando Milton fino a fargli dimenticare il suo dovere di partigiano, che fino a quel momento non aveva mai trascurato.

Guerra e identità

All’interno della guerra, che è la questione pubblica per eccellenza, Milton è l’unico che inizia improvvisamente a muoversi per far luce su una questione privata.
Ne nasce un girovagare apparentemente sconclusionato (che Calvino, a suo tempo, aveva paragonato a quello di Ariosto), ma pieno di incontri sorprendenti. Infatti, in un mondo dove nessuno viene guardato per quello che fa o che è, ma semplicemente per quello che rappresenta (basti pensare al Riccio che, pur essendo ancora un bambino, viene ucciso come “partigiano”), agli occhi di Milton, e dei Taviani dietro di lui, tutti sembrano riconquistare per un attimo la loro identità. Questi ritratti, brevi ma fulminanti, nel mezzo della spersonalizzazione portata dalla guerra, sono forse ciò che resta più impresso del film: il fascista che, prima di essere giustiziato, suona una batteria immaginaria, oppure la bambina sdraiata accanto alla sua famiglia uccisa, che si alza un attimo per bere un bicchiere d’acqua.
Poesia e brutalità convivono in questa pellicola, in uno sforzo estremo di trovare la bellezza anche negli anfratti più oscuri dell’animo umano.

Giulia Cavazza

Tag: , , , ,