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Wonder


TITOLO ORIGINALE: Wonder
REGISTA: Stephen Chbosky
SCENEGGIATORE: Stephen Chbosky, Steve Conrad e Jack Thorne
PAESE: Usa
ANNO: 2017
DURATA: 113'
ATTORI: Julia Roberts, Jacob Tremblay, Owen Wilson, Mandy Patinkin e Daveed Diggs.
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Auggie Pullman non è un bambino come gli altri. È nato con una deformazione cranio-facciale grave e si porta sul volto le 27 operazioni subite per riuscire a respirare, mangiare e vedere come tutti gli altri. A causa della sua malformazione, non è mai andato a scuola ed è sempre stata sua madre, Isabel, ad occuparsi della sua educazione. Pur consapevoli delle difficoltà che dovrà affrontare, alle soglie della prima media i genitori di Auggie decidono che per lui è arrivato il momento di frequentare la scuola con i ragazzi della sua età. Ma mentre tutti sono concentrati sui primi giorni di scuola di Auggie, sua sorella maggiore Via passa un brutto momento e nessuno sembra accorgersene … Tra incontri inaspettati, sogni che riemergono dal cassetto e una serie di difficoltà non indifferenti, l’intera famiglia dovrà rimettere in discussione equilibri da tempo consolidati.

Accettare il diverso e le vite di chi ci convive

L’adattamento cinematografico del best-seller Wonder (opera prima di Raquel J. Palacio) è stato affidato allo scrittore-sceneggiatore Stephen Chbosky, che già nel 2012 aveva diretto con successo Noi siamo infinito.
Il film segue le vicende di Auggie, un ragazzino straordinario nel senso letterale del termine; un ragazzino, cioè, con un aspetto fisico fuori dal comune e a prima vista spaventoso, che gli rende impossibile passare inosservato. Partendo da queste premesse, il tema affrontato dalla sceneggiatura è prevedibilmente quello della diversità, o meglio ancora dell’accettazione del diverso. Ma uno dei pregi del film è quello di non limitarsi a raccontare solo il punto di vista del protagonista. La mancanza di un vero approfondimento sui genitori di Auggie – sulle loro fatiche e il loro dolore – è efficacemente sopperita dalle interessanti parentesi che mostrano la vita dei personaggi che ruotano attorno ad Auggie. Il capitolo riguardante sua sorella Olivia, da tutti chiamata Via, regala, per esempio, alcuni momenti di toccante sincerità quando mostra le difficoltà che l’adolescente è chiamata ad affrontare in una famiglia in cui il focus di attenzione è sempre necessariamente spostato sul fratello. Quello che vediamo efficacemente riportato sullo schermo, dunque, è un vero e proprio “romanzo di formazione”: infatti, non solo Auggie, ma anche Via ha, lungo tutto il racconto, un percorso di crescita.

Un film in cui si ride e si piange nella giusta misura

Con una storia di questo tipo, le trappole del buonismo e di uno sguardo su una realtà dolorosa eccessivamente patinato sono sempre dietro l’angolo, e Wonder non riesce ad evitarle del tutto. In alcuni punti gli sceneggiatori sembrano spingere un po’ macchinosamente sull’emotività del pubblico, ma si tratta solo di due o tre momenti.
Nel complesso, Wonder rimane un film in cui si ride e si piange nella giusta misura, che non scade nel pietismo più bieco e che, soprattutto, entra nel novero dell’ormai sempre più scarna e bistrattata categoria dei “film per tutta la famiglia”.

Rachele Mocchetti

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